
Il mio niente
Oggi verrei a casa tua,
farei questo lungo viaggio
solo per infilare questi versi
nella fessura sotto la porta,
non potrei rompere
il divieto di rivederci.
Niente, vorrei dirti,
solo questo niente.
Fu detto già tutto.
Da quando ci siamo separati
sopravviviamo,
siamo la rovina di quel tempo.
Ma questo mio niente dopo di te
mi sostiene e si rafforza,
cresce bene con gli anni,
si fa grande, muta la voce,
non vuole più stare con me,
esce sempre più spesso
a cercare altro niente,
inutilmente bello come fui.
I nostri occhi han fissato il sole,
non guardano più,
ricordano di aver visto.
A che servirebbe rivederti ?
Perderei il mio niente.
Di tutte le cose che potevo fare
ho sempre scelto una sola,
monco di troppe vite non fatte
tu sei il Niente che mi ha scelto.
E ti appartengo sempre.
Roberto Pazzi, Felicità di perdersi

Una poesia che vale molto fin dai primi versi, mi prende subito e mi coinvolge nelle metafore del niente. Una relazione finita che lascia dei vuoti nei quali la vita assume nuovi significati. Ho apprezzato R.Pazzi come scrittore visionario di romanzi e come entusiasmante narratore, e lo scopro poeta molto ispirato.
Grazie per la graditissima proposta di lettura.
Francesco
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