Incipit del giorno – 22 giugno 2019

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Prima stanza

In termini topografici, si tratta di un valico. Due dossi e in mezzo un fondovalle, terreno comune. Una delle gobbe è ashkenazita, ordinata, ben tenuta, con un nome ottimista: Mevasseret. La seconda anni fa era un campo di transito per nuovi immigrati dal Kurdistan, adesso vi regna la confusione edilizia. Baracche di fianco a villette. Macerie vicino a casette. Strade decenti e vicoli fatiscenti. Ufficialmente si chiama Maoz Zion, ma tutti la conoscono come il Castel. Per via del fortino in cima alla collina. Durante la guerra d’Indipendenza lí c’è stata una carneficina. Così adesso è un sito memoriale. Ma se hai qualcosa da domandare, c’è solo un posto dove lo puoi fare: all’ingresso, subito dopo il semaforo, c’è un minimarket “Doga e figli”.

Eshkol Nevo, Nostalgia, Beat Edizioni.

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