Maggio è il mese delle rose. O almeno dovrebbe. Siamo in vista delle elezioni europee 2019 e le redazioni di talk televisivi, Otto e mezzo incluso, sono inondate dalle richieste dei politici che vorrebbero essere invitati. Accettiamo l’autocandidatura di Matteo Salvini, all’epoca ministro dell’interno e vicepremier. Fissiamo la sua partecipazione per mercoledì 8. Il giorno prima, dal palco di un comizio lombardo, a Giussano, lui si lamenta con il suo «popolo»: «non ho mica voglia, ma domani devo andare dalla Lilli Gruber: simpatia portami via». Siccome soffro di una certa allergia allla maleducazione, la mia prima reazione di disinvitarlo. Dopo una discussione con la mia squadra redazionale, decido di affidare alle agenzie una risposta semplice:«leggo che il ministro Salvini non ho voglia di venire domani a Otto e mezzo e che ne fa una questione di simpatia. Visto che si è proposto lui, e visto che chi viene da noi lo fa volentieri, se ha un problema, il senatore Salvini può restare a casa preferibilmente al ministero.
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