
[…] Perché l’ultima nota di un concerto è un pezzo di vita che se ne va, la sua ultima canzone è il volo del cigno che saluta il giorno per rifugiarsi nelle tenebre e raccogliere ciò che rimane della voce andata. L’ultima melodia è la risata triste del comico in fuga dal suo stesso sarcasmo. E l’ultima luce che si spegne sul palco è il silenzio che ritorna padrone, vincendo il lontano brusio del pubblico in uscita e di cui mai veramente sapremo. Perché un artista vive per quello. Per il sortilegio che staglia nell’onda elettrica della parola e dell’ascolto. In quel magico sguardo nella nudità delle anime dove non c’è vestito alcuno a poter nascondere l’innocenza o il peccato.
Pippo Pollina, Cento Chimere.
