Citazione del giorno ~ 5 gennaio 2020

Ho sempre rifuggito dal ragionare dei diritti e dei doveri delle donne nella moderna società, e perchè sono convinta che una donna trattando cotal quistione non è mai reputata imparziale e disinteressata, è più ancora perchè il cangiare la condizione odierna delle donne presenta difficoltà tali, tali pericoli e danni, che non so qual possa essere a questi adeguato compenso. Oggi però, eccitata da persone autorevoli, (e ch’io rispetto), ad esporre il mio modo di vedere in sì fatta materia, mi risolvo a vincere ogni mia titubanza, ed a confessare candidamente ciò che mi sembra militare si in favore come in opposizione ad una riforma radicale nella condizione delle donne.

Che la donna non sia nè moralmente nè intellettualmente inferiore all’uomo, se non per l’azione esercitata dal fisico sul morale e sull’intelletto, o ancora per gli effetti della educazione, è cosa omai generalmente riconosciuta ed ammessa. Ma alcuni si maravigliano però che, a malgrado di tale uguaglianza tra la parte spirituale della donna e quella dell’uomo, la donna sia sempre rimasta e rimanga tuttora in una condizione sociale così inferiore a quella dell’uomo.

Fa mestieri ricordare che la società moderna proviene dall’antica, e che l’abito di ricorrere a principii filosofici e morali per isciogliere ogni quesito sociale è cosa del tutto nuova. Per lo passato, ognuno si sforzava di fare ciò che sembrava utile a sè stesso o ad altrui, senza molto curarsi di teorie e di principii astratti ed assoluti. Oggi invece si vogliono applicare principii teorici ed inflessibili per natura, a tutte le variabili circostanze dell’umana vita.

Ma s’egli è vero che la società moderna è figlia dell’antica, si deve verificare altresì che la giovane società non sia del tutto spoglia dei pregiudizii della vecchia. La condizione inferiore della donna fu stabilita sin dalla più remota antichità, e quando fu stabilita era fondata sul vero; poichè in quel tempo di assoluta barbarie non si apprezzava nè si stimava altro valore che il fisico, e, fisicamente considerata, la donna è indubitatamente e necessariamente inferiore per forza e per durata all’uomo. Basta osservare gli usi e i costumi odierni delle popolazioni barbare tuttora esistenti, per ritrovare la donna considerata e trattata come schiava e come appendice dell’uomo, senza riguardo alcuno alla natura, ai bisogni, ai desiderii, ai diritti di essa. Quanto ai doveri suoi, essi si restringono tutti alla più assoluta e più servile obbedienza ai comandi dell’uomo. Così difatto fu trattata pertutto la donna nell’albeggiare della umana società, e così doveva necessariamente accadere. L’umanità non conosceva altra legge che la violenza, altro valore che la forza per esercitare la violenza. La donna fu sempre assai più debole ( intendo quanto al corpo) dell’uomo. Questi ne dispose dunque a suo capriccio, e la donna, non potendo resistere, chinò il capo, e accettò il giogo.

La civiltà spuntò un giorno, e la interminabile impresa del riparare ai torti fatti, alle mostruose ingiustizie commesse dagli uni, e dagli altri sofferte, incominciò.

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CRISTINA BELGIOJOSO, Della presente condizione delle donne e del loro avvenire

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