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Leggevo nelle vite dei poeti
che per toccare il fondo delle cose
occorre che l’ingegno sia maturo.
Ma ora che presumo di domarlo,
scopro di non sapere
più di quanto sapessi da bambino.
Devo allora dedurne
che non ho conosciuto evoluzione,
o non c’era un bel niente da capire:
poiché sotto gli arazzi del mistero
grandeggia il vuoto e il nulla:
e per scrutarli mi mancava solo
che tu passassi e li mostrassi a dito.
Gerardo Passannante, Quasi un canzoniere