L’incipit del giorno – 2 aprile 2021

Il manoscritto de Le 120 giornate di Sodoma è un rotolo cartaceo di 12 metri composto da foglietti di carta incollati insieme, scritti fronte-retro con inchiostro nero. Sade lo scrisse in 37 notti durante la prigionia del 1785 nella Bastiglia, nella quasi totale oscurità e con una grafia minutissima. Lo nascose dentro un dildo di legno cavo per evitare che lo trovassero i carcerieri. Qualsiasi cosa scrivesse veniva confiscata e giustificava nuove accuse immediate. Sade dichiarò che passava il tempo leggendo, scrivendo, mangiando e masturbandosi – più di sei volte al giorno, disse. Era per queste pratiche di masturbazione che aveva chiesto a sua moglie, Renée Pélagie, di procurargli un dildo di legno per la penetrazione anale. Nascosto nel muro di pietra della prigione, il dildo salvò dalla presa della Bastiglia il manoscritto che alla fine venne recuperato da Arnoux de Saint-Maximin e pubblicato per la prima volta più di un secolo dopo, nel 1904, dal dottore tedesco Iwan Bloch, con lo pseudonimo “Eugène Dühren”

Paul B. Preciado, Manifesto controsessuale

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