
Quando a scuola la conversazione cadde sulla guerra russo-giapponese, Matsugae Kiyoaki chiese a Honda Shigekuni, il suo più caro amico, se rammentava con esattezza gli eventi di quegli anni. Anche Shigekuni aveva però soltanto varie reminiscenze, ricordava a stento di essere stato condotto fino al cancello di casa per assistere alla processione con le lanterne.
“L’anno in cui il conflitto è terminato avevamo entrambi undici anni. Dovremmo ricordarcene con maggiore precisione”, pensò Kiyoaki. L’aria trionfante con cui i compagni di classe ne parlavano non era che un modo per scimmiottare gli adulti e per adornare i loro trascurabili ricordi.
Y. Mishima, Neve di primavera.
