😤«Non è giusto!» Quante volte ci è capitato di dirlo? Ma in cosa consiste davvero la giustizia? Nell’affermazione della libertà individuale? O nel suo sacrificio per il bene comune? 

⚖️ Per il gdl #dirittitralerighe organizzato con @bookaholicclub, gennaio era il mese della giustizia, ragion per cui oggi vi parlo di un libro che, come pochi, mi è rimasto appiccicato addosso. Si tratta di Giustizia di Michael Sandel, professore di Filosofia politica e Teoria del governo alla Harvard University. In quest’opera Sandel confronta tre visioni del rapporto tra libertà e giustizia: l’utilitarismo, il liberismo, e una terza concezione che unisce il concetto di virtù morale di matrice kantiana e quello di bene comune di stampo aristotelico. 

Non è possibile arrivare a costruire una società giusta semplicemente mirando a ottenere il massimo dell’utilità o assicurando la libertà di scelta; per avere una società giusta dobbiamo ragionare insieme sul significato di vita buona, e creare una cultura pubblica capace di accogliere i dissensi destinati inevitabilmente a manifestarsi 

📚Ciò che davvero contraddistingue Giustizia è la strabiliante capacità di applicare il ragionare filosofico a temi che da sempre dividono l’opinione pubblica: se posti davanti ad una scelta, sarebbe giusto salvare un innocente e lasciar morire un criminale? Possiamo davvero giustificare la tortura? Va mantenuto il servizio di leva? Perché possiamo donare i nostri organi, ma non venderli? Quali sfide morali pone il suicidio assistito? Come regolare i contratti di gravidanza surrogata?

📍Questi sono solo alcuni dei quesiti con cui il lettore è portato a confrontarsi, guidato da una penna sempre fluida, anche nei momenti di maggior complessità argomentativa. Ogni domanda viene osservata da prospettive diverse, e ciò che resta è una visione d’insieme scevra di preconcetti, che ricorda ancora una volta quando necessaria è ancora oggi la pratica filosofica di ragionare su noi stessi.