Poesia del giorno – 4 luglio 2022

XXX
DE PROFUNDIS CLAMAVI.
Invoco la tua pietà, o Tu, l’unica ch’io amo, dal fondo
de l’oscuro abisso in cui il mio cuore è caduto. È un universo
triste da l’orizzonte plumbeo, in cui vagolano ne la
notte l’orrore e la bestemmia;
un sole senza calore si libra in alto per sei mesi, e li
altri sei la notte copre la terra; è un paese più nudo de la
regione polare; nè animali, nè ruscelli, nè verzura, nè
boschi!
No, non v’è al mondo orrore che superi la fredda crudezza
di questo sole di ghiaccio e questa notte immensa
simile all’antico Caos;
e invidio la sorte dei più abbietti animali che possono
immergersi in uno stupido sonno, tanto è lenta a svolgersi
la matassa del tempo!

Charles Baudelaire, I fiori del male.

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