Carlo Emilio Gadda, l’interprete dell’assurdità del mondo (di Vittorio Panicara).

I suoi messaggi fanno a pezzi ogni codice; spiritate e irritate, le sue invenzioni verbali dileggiano significati e significanti; devastano ogni funzione o finalità comunicativa; rappresentano innanzitutto se stesse, e i propri fantasmi, in un foisonnement inaudito e implacabile di spettacolari idioletti (Alberto Arbasino, Genius Loci) /  Cercò per tutta la vita di rappresentare il mondo come un garbuglio, o groviglio, o gomitolo, di rappresentarlo senza attenuarne affatto l’inestricabile complessità, o per meglio dire la presenza simultanea degli elementi più eterogenei che concorrono a determinare ogni evento (Italo Calvino, Lezioni americane). Lo scrittore di cui parlano Arbasino e Calvino, l’innovatore della lingua letteraria italiana e l’esperto di ingarbugliate matasse, è naturalmente Carlo Emilio Gadda (Milano, 14 novembre 1893 – Roma, 21 maggio 1973), geniale prosatore e ingegnere (ma lasciò la professione nel 1940). Oggi cadrebbe il suo centoventinovesimo compleanno.
Dopo aver combattuto nella Grande Guerra, Gadda approdò alla letteratura, la sua vera passione, scrivendo per «Solaria» e «Letteratura» e pubblicando le sue opere maggiori a partire dagli anni Quaranta. Il suo romanzo più noto è un giallo dal finale aperto, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, pubblicato nel 1957, dieci anni dopo che una sua prima versione era apparsa su «Letteratura»: un groppo, o groviglio, o gomitolo poliziesco, il cui protagonista è un commissario, come recita l’incipit:

Tutti oramai lo chiamavano don Ciccio. Era il dottor Francesco Ingravallo comandato alla mobile: uno dei più giovani e, non si sa perché, invidiati funzionari della sezione investigativa: ubiquo ai casi, onnipresente su gli affari tenebrosi («Quer pasticciaccio brutto de via Merulana»).

 Il mondo narrato nel Pasticciaccio è un ammasso di contraddizioni esistenziali, sensazioni sgradevoli, situazioni paradossali e inopinate catastrofi. A tale “follia” contenutistica fa riscontro l’oltranza linguistica tipica di Gadda, che ingloba e fonde insieme forme etimologiche e reminiscenze letterarie, termini delle scienze e della tecnica, dialettismi (romanesco e molisano in questo caso), deformazioni di ogni genere. Ecco un esempio:

L’attimo della dolce angoscia fuggiva, oh, che altro può fare un attimo? ma il succedente gli succedeva: l’integrale dei fuggenti attimi è l’ora: l’ora impareggiabile, dove un pensiero esatto si deroga a speranza e ad angoscia, come saettata spola, nell’ordito degli sguardi furtivi, dei muti dissensi, dei muti consentimenti. («Quer pasticciaccio brutto de via Merulana»)

 La finalità di tanta varietà di codici e registri, qui come nelle altre opere gaddiane in prosa, è parodica o ironica; lo stile è dettato dall’esigenza di conoscere un mondo intricato e complesso. Gianfranco Contini ha parlato di «espressionismo linguistico», un efficace mezzo per sviare ogni forma di idealismo estetico e di purismo grammaticale.
Già apparsa in parte tra il 1938 e 1941, sempre su «Letteratura», viene data alle stampe nel 1963 la sua opera forse più notevole, La cognizione del dolore. Ambientato in un Sud America di fantasia, il romanzo assume tinte più cupe: il rapporto nevrotico fra il protagonista e la madre è la metafora di un male invisibile universale che investe tutta la realtà, in un impasto di sarcasmo e dolore. Ma lo scopo della narrazione, perfettamente realizzato grazie alla sua forza trascinante, è quello della liberazione dalle coazioni e dai rancori dell’esistenza, che vengono ribaltati in poesia. Le analisi, i commenti e le invettive della voce narrante, l’ira e la protesta suscitate nell’animo del lettore e mosse da precise motivazioni etiche: tutto concorre nella catarsi in cui sussiste la «cognizione del dolore». La deformazione grottesca delle abitudini, della vita individuale e in comune, sullo sfondo di un lirismo doloroso e mascherato, innerva una narrazione libera da ogni schema e più che mai liberatrice e creativa.
Il rinnovamento gaddiano è rinvenibile in molte altre opere, dagli altri romanzi ai racconti (Il castello di Udine, Adalgisa, Eros e Priapo), alla saggistica, che tale cambiamento esplora e giustifica. Le sue idee in proposito sono chiare:

 Il dirmi che una scarica di mitra è realtà mi va bene, certo; ma io chiedo al romanzo che dietro questi due ettogrammi di piombo ci sia una tensione tragica, una consecuzione operante, un mistero, forse le ragioni o le irragioni del fatto («I viaggi, la morte», 1958)

Interprete dell’assurdità del mondo, Gadda, scrittore e ingegnere, ha saputo raccontare complesse equazioni nel suo linguaggio irresistibile (Bartezzaghi) e ci ha descritto l’umanità come fosse un mare:

Questo mare senza requie, fuori, sciabordava contro l’approdo di demenza, si abbatteva alle dementi riviere offrendo la sua perenne schiuma, ribevendosi la sua turpe risacca (La cognizione del dolore).

Ma l’ingegnere, il matematico, convivevano con lo scrittore che ha rivoluzionato il romanzo italiano del Novecento. Lavorando per la radio, scrive le Norme per la redazione di un testo radiofonico, pubblicate senza indicazione d’autore nel 1953 dalla ERI di Torino: si tratta di un regolamento che mostra la lucida consapevolezza delle finalità diverse di questo mezzo di comunicazione, nonché dell’impostazione del tutto diversa che richiede la comunicazione orale:

Non potevano sapere [gli accademici italiani] che l’autore di quell’opuscolo era il più sovversivo degli scrittori italiani, per una volta nelle vesti di ligio e irresistibile anti-Gadda (dal risvolto di copertina, edizione Adelphi, 2018).

A dimostrazione che alla genialità si associano spesso (o sempre?) il senso dell’umorismo e la versatilità.

BREVE SITOGRAFIA RAGIONATA

Un quadro completo dell’autore può fornircelo la Treccani:

https://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-emilio-gadda/

Un punto di riferimento obbligato è il sito ufficiale dell’autore:

https://web.archive.org/web/20190528204130/https://www.carloemiliogadda.it/  

Una curiosità significativa è il glossario dei termini adoperati da Gadda nelle sue opere:

http://www.gadda.ed.ac.uk/Pages/resources/glossaryindx.php

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3 commenti

  1. […] Carlo Emilio Gadda, l’interprete dell’assurdità del mondo (di Vittorio Panicara), in cui si offre un profilo di questo autore del Novecento italiano, in occasione dell’anniversario della sua nascita, avvenuta a Milano il 14 novembre 1893. Di Gadda, noto soprattutto per il suo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, si ripercorrono sia le vicende biografiche, sia i diversi stili esplorati. Per rileggere questo contributo, non avete che da cliccare sul titolo qui sopra. […]

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