Carolina Invernizio: “l’onesta gallina della letteratura popolare”e altre storie librose di questa settimana

Una settimana di letture #60
Gerardo Passannante & Federica Breimaier

     A partire dalla prima metà dell’Ottocento si diffuse in Francia il cosiddetto feuilletton, ossia la pubblicazione di opere narrative a puntate sui quotidiani, per aumentare le vendite tenendo incollato il lettore al seguito della vicenda, sempre interrotta in un momento cruciale. Il fenomeno ebbe poi ampia portata europea, e giunse anche in Italia, dove, sotto l’etichetta di romanzo d’appendice annoverò tra i suoi cultori più rappresentativi anche Carolina Invernizio, di cui ricorre oggi l’anniversario della morte. 

Carolina Invernizio

     Nata a Voghera nel 1851, dopo l’esordio nel 1876 con la novella Un autore drammatico, l’anno dopo pubblicò il primo di una lunga serie di storie, che le assicurarono una tenace fedeltà da parte di un pubblico popolare. Divenuta quindi famosa grazie a tutto un catalogo di sepolte vive, pazze, orfane e cieche che popolano i suoi centoventi romanzi, affidò alle sue supereroine il compito di riportare alla normalità, con moralismo didattico e piccolo borghese, ogni infrazione all’ordine prestabilito, per additare negli affetti del focolare domestico le gioie di una vita virtuosa. 

     Basta scorrere solo alcuni dei suoi innumerevoli titoli per rendersi conto dei gusti cui inclinavano la scrittrice e i suoi appassionati lettori, ai quali propinava trame intricatissime, inverosimili traversie di amore e odio, con costante contrapposizione fra eroi positivi e diabolici. Tra i diversi generi, spiccano le storie di mistero (Il cadavere accusatore, Il treno della morte, La vendetta di una pazza); di horror  (Il bacio di una morta, La sepolta viva, La mano della morta, Il figlio della sepolta viva, La morta nel baule; di inchieste poliziesche (Il delitto della contessa, L’albergo del delitto); e di sconquassi coniugali (I drammi dell’adulterio, La bastarda). Titoli da pellicola deteriore, si direbbe: e in effetti almeno una ventina di essi avrebbero avuto trasposizioni cinematografiche tra il 1917 e il 1974, fino alla recente serie televisiva La dama velata, chiaramente ispirata a Il bacio d’una morta

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    Se per l’approssimazione psicologica dei personaggi e l’inverosimiglianza di situazioni pretestuose, benché abilmente costruite, Carolina Invernizio non ha mai goduto presso la critica del successo che le decretò il pubblico, come ben dicono gli epiteti di Gramsci (onesta gallina della letteratura popolare) o di ignoto conio (la Carolina di servizio,  o la casalinga di Voghera), nessun discredito ha impedito a molti dei suoi volumi di esercitare un influsso duraturo sul costume e la sensibilità del suo tempo, a conferma di quanto nella sua vena confluissero elementi di ambigua fascinazione. 

     E allora, per una volta, fate come me: che, abbandonate le cime proustiane, mi sono lasciato andare per un’intera serata, con un sollazzo che non mi sarei aspettato, alle inverosimili e improbabii peripezie di Peccatrice moderna

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È uscito questa settimana Follia omicida o fredda premeditazione? – Poirot e la strage degli innocenti, una recensione dedicata ad uno degli ultimi romanzi della serie di Christie, con protagonista l’investigatore belga divenuto celebre anche grazie a diversi adattamenti cinematografici. Da me letto in occasione delle celebrazioni di Halloween, giorno in cui avviene l’omicidio al centro dell’investigazione, questo romanzo mi è piaciuto soprattutto perché tenuto insieme dal filo rosso dell’opposizione tra logica e caos, alla base di tutta la narrazione. È inoltre contraddistinto da un’attenta analisi psicologica, che, come sapete, è uno degli aspetti per me fondamentali per giudicare un’opera degna di essere letta, come è senz’altro questo il caso.

Oltre a questo articolo, vi abbiamo proposto:

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Presentandovi l’uscita della recensione dedicata al romanzo di Christie Poirot e la strage degli innocenti, vi ho chiesto quale fosse il vostro rapporto con i romanzi gialli e in particolare con questa autrice. Volete farci sapere la vostra opinione? Allora non vi resta che cliccare sull’immagine qui accanto e farcelo sapere nei commenti al post. In alternativa potete anche lasciarci un commento al fondo di questo articolo.

Giovedì, invece, vi ho parlato, solo su IG, di un romanzo di Gerardo Passannante (autore, per altro, dell’introduzione di questa rassegna). Si tratta di All’ombra della croce, quarto volume di una serie di romanzi storici dal titolo Il declino degli dèi. Se volete leggere la mini-recensione (a misura di post) che ho dedicato a quest’opera che ho davvero amato leggere, non avete che da cliccare sulla foto qui accanto.
Vi ho incuriositi? Volete saperne di più? Potete trovare altre informazioni sul sito dell’autore cliccando qui.

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📚 GLI ARTICOLI CULTURALI

Come sempre ecco una lista di articoli che questa settimana hanno attirato la nostra attenzione:

3 commenti

  1. […] Questa settimana, Gerardo vi ha proposto un approfondimento dedicato al genere del feuilleton: Vitalità e modernità del romanzo d’appendice. Si tratta di un sequel della rassegna della scorsa settimana, protagonista della cui introduzione era stata la figura di Carolina Invernizio, celebre autrice di romanzi d’appendice (potete recuperare l’articolo qui: Carolina Invernizio: “l’onesta gallina della letteratura popolare”e altre storie librose di qu…). […]

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