citazione del giorno – 17 febbraio 2023

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Allora, Franci? Sei pronta?, mi ha chiesto Lucrezia.
L’università era tutta un’esperienza brutale, Lucrezia me lo ricordava. Come lei, me lo ricordavano tutti i colleghi con cui mi ritrovavo a chiacchierare, persone per le quali io ero la collega, ero Francesca, ero lei. Loro si preoccupavano di studiare e di dare gli esami; io spendevo tutte le mie energie cercando di capire come non farmi travolgere dal modo che avevano di vedermi, che non sapevo come modificare.
Non sapevano niente del mio mondo interiore, non potevano vederlo; la mia identità, per me così pressante e impaziente, per loro era invisibile, nulla, inesistente. Francesco mi riempiva di botte dal di dentro, quando sentiva certe frasi.
Mi minacciava: se non glielo dici ora ti buco tutto; sembrava mi avrebbe squarciato da dentro quella tana in cui era, da cui non riuscivo a farlo uscire.
Se ti chiamano ancora al femminile impazzisco, sentivo Che mi diceva; e si rivoltava, rotolava su se stesso dentro al mio stomaco, si divertiva a farmi venire i conati, provava a urlare. Aveva ragione, non mi meritavo di subire quella cosa li; ma non sapevo cosa farci.
Non mi vedono, gli dicevo, perdonami; e mi disperavo in silenzio.

Francesco Cicconetti, Scheletro femmina

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