Briciole di filosofia | #6 PERIANDRO

Trovate le puntate precedenti, sulla pagina dedicata a questa rubrica: Briciole di filosofia


PERIANDRO (VII-VI a.C.) 

Non doveva essere uno stinco di santo, questo pensatore annoverato tra i sette sapienti antichi per intelligenza e saggezza, ma che altre fonti dipingono come il tiranno spietato di Corinto, prima che abbandonasse spontaneamente la carica, ritenendolo meno pericoloso che lasciarla forzatamente. 

Angustiato per la propria morte come tutti i tiranni, ingegnandosi a celare la tomba in cui avrebbe giaciuto, con un artificio cruento Periandro diede incarico a due giovani di percorrere una strada di notte, uccidendo e seppellendo il primo malcapitato. Quindi inviò sulle loro tracce altri sicari per eliminarli, e poi altri ancora per procedere allo stesso modo. Dopodiché non si capisce bene come Diogene Laerzio possa affermare che si presentò ai primi assassini, che finalmente lo stesero e tumularono al sicuro… 

Altri episodi della sua condotta discutibile ci sono restituiti da Erodoto, secondo cui Periandro, pur avendo una relazione con la madre Catea, aveva sposato Liside, figlia del tiranno di Epidauro, ribattezzandola per la sua dolcezza Melissa. Da essa ebbe due figli, Cipsele e Licofrone. Ma quando Melissa rimase incinta per la terza volta, sobillato dalle concubine, Periando sventrò la “dolcissima” con un calcio, scaraventandola giù per le scale. Poi, forse per rimorso, fece lodevole ammenda abbrustolendo le istigatrici…

Qualche opera encomiabile gli è purtuttavia attribuita, come il potenziamento del porto di Corinto, mediante una rampa che permetteva alle navi di superare l’istmo schivando il periplo del Peloponneso. E meritorio fu anche il mecenatismo per Arione di Metimna, la cui storia merita di essere ricordata. Avendo il citaredo ottenuto dal tiranno il permesso di una tournée, al rientro dalla Sicilia fu costretto dai marinai avidi del suo bottino a scegliere tra il suicidio con degna tumulazione o l’insepoltura in mare. Arione chiese allora di cantare un’ultima volta, attirando con la leggiadria del suono una famiglia di delfini, uno dei quali, allorché si gettò in mare, se lo caricò sul dorso e lo condusse in salvo, al prezzo della sua stessa vita. Toccato da questa storia, Periandro fece innalzare al delfino un monumento funebre! E quando i ladri giunsero a Corinto con la notizia che Arione era morto e sepolto, Periandro gli ordinò di giurarlo sul monumento del delfino, entro cui si era preventivamente nascosto Arione, che saltando fuori li sputtanò. E Periandro, da specialista in esecuzioni, decretò che gli spergiuri fossero crocifissi presso la tomba dell’eroico mammifero!

Ed ecco ora alcune sue sentenze, col mio solito commento semiserio:

  • La democrazia è preferibile alla tirannia (Niente male, detto da un tiranno. Per la serie predica bene e razzola male!
  • Non fare niente per soldi, perché non si può pagare ciò che si compra (Proviamo a sciogliere: se non hai soldi non puoi comprare niente. Ma non sforzarti per averne, perché anche se ne avrai non potrai pagare quello che non puoi comprare… Che sia un invito a rubare?)  
  • Punisci non soltanto chi ha commesso un errore ma anche chi è in procinto di commetterne uno (E fu così che Periandro sgravò con un calcio la moglie che si apprestava a partorire di nuovo…)
  • Bella è la tranquillità (Senza dubbio alludeva alla sospirata vedovanza…
  • I piaceri sono mortali, le virtù invece immortali (Verissimo. Ed è ben questa la ragione per cui gli uomini, da mortali che sono, antepongono i piaceri alla virtù, qualunque cosa essa significhi)
  • Cerca la lode in vita, e la gloria in morte (È il motto di tutti i poetastri e scrittorucoli che sgomitano per apparire. Quanto alla gloria postuma, quanti hanno le carte in regola per meritarla?)
  • Sii per i tuoi amici lo stesso, sia nella prosperità che nelle avversità (Se non fosse che, col volgere della fortuna, sono spesso gli amici a non essere più gli stessi)
  • Non rivelare i segreti (Per esempio il luogo della tua tomba… Ché alcuni potrebbero saccheggiarla, altri venirci su a mingere durante un picnic…!) 
  • Insulta in modo tale, da poter recuperare l’amico (Ossia, muovi solo critiche astutamente elogiative, blandendo per essere blandito…) 
  • Attieniti a leggi vecchie e a cibi freschi (Per la legge, non basta la vetustà a renderla rispettabile, altrimenti sdoganiamo anche le leggi razziali, che rispettabili non erano per niente… Quanto ai cibi, beh, fortunato chi ha l’orto!)
  • Meletē to pān (μελέτα τὸ πᾶν) (Ossia ‘prenditi cura del tutto’. Che sembra impresa mostruosamente impraticabile. Se non fosse che, a spiegarne il senso recondito, non ci avesse pensato molti secoli dopo un certo Martin Heidegger: che in un corso del 1941 sulla differenza fra ‘essere’ e ‘ente’, sollecitò ad “aver cura dell’ente nella sua totalità” distogliendo l’attenzione da un ente particolare per volgersi al solo ente in cui l’‘essere’ manifesta la pienezza nel suo insieme… Tutto chiaro?) 

Un commento

  1. […] Martedì è uscita la sesta puntata della nostra rubrica Briciole di filosofia, dedicata alla figura di Periandro, uno dei sette sapienti, vissuto tra il VII e VI secolo a.C., ma descritto da molti come un perfido e crudele tiranno. Volete saperne di più del suo pensiero e della sua (controversa) vita? Troverete anche alcune delle sue massime, corredate dai commenti semiseri di Gerardo; basta cliccare su: Briciole di filosofia | #6 PERIANDRO […]

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