Alla fine aveva ragione Proust

Una settimana di letture #79
Federica Breimaier

«Ogni lettore, quando legge, legge se stesso». È questa una delle citazioni più (ab)usate di Proust, ma che paradossalmente mi è tornata in mente nell’accorgermi che questa settimana non avevo letto nemmeno una pagina. 

C’è chi dice che i romanzi ci aiutano a fuggire la realtà, a entrare in mondi diversi, a liberare la mente dai problemi che ci affliggono; tuttavia per me non è mai stato così, almeno per ciò che riguarda la narrativa. Perché? Perché davanti a qualsiasi testo non riesco a fare a meno di immedesimarmi con i protagonisti della vicenda narrata: accade sempre, e mi è stato rimproverato in passato (te la prendi troppo, non è la tua storia, non puoi vivere la cosa come fosse successa a te…). La verità è però che tra quelle pagine io sono quel personaggio, sento come quel personaggio (a patto, certo, che il suo mondo interiore venga descritto, e con sufficiente credibilità), e soffro dei suoi problemi. Eppure, dal momento che tutto ciò lo affronto con la mia personalità e con il mio bagaglio di esperienze, il risultato è che dopo pochi capitoli inizio a domandarmi come io mi muoverei davanti a quelle sfide, cosa io riterrei opportuno fare, come io agirei. E così alla fine, se il romanzo è buono (almeno secondo i miei parametri), quella che per altri poteva essere un’evasione, per me è un modo per interrogarmi sulle mie credenze, sui miei valori, sulle decisioni che sarei disposta a prendere. 

Aveva davvero ragione Proust: quando leggiamo, leggiamo noi stessi. 

Cosa c’entra tutto questo con la mia difficoltà a concedermi alla lettura? È presto detto. Questa settimana è stata, per ragioni familiari che esulano da queste riflessioni, emotivamente pesante, e a un certo punto l’idea di prendere in mano un libro, per di più un diario, con i pensieri di un personaggio (che in questo caso riflettono quelli di una persona reale), mi ha spaventata. Desideravo evadere, guardare altrove, tenermi passivamente lontana da quanto stava accadendo, non tanto fuori da me, ma dentro di me e non potevo sperare di farlo leggendo.

Va bene così, a volte la mente ha bisogno del suo tempo e dei suoi spazi, e la voglia di leggere tornerà, così come la voglia di conoscere e capire se stessə. 

Ma passiamo ai contenuti del blog usciti questa settimana…

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✍️ SUL BLOG

Martedì è uscito, come ogni due settimane, un contributo per la rubrica Briciole di filosofia curata da Gerardo. Questa volta si è trattato di una Briciola un po’ speciale, pubblicata il giorno prima dell’anniversario della nascita di Marco Aurelio. Protagonista dell’articolo è stato proprio l’imperatore filosofo, di cui Gerardo ha ripercorso il profilo biografico e il pensiero (con una serie di citazioni). Volete recuperare l’articolo? Lo trovate qui: Chi era Marco Aurelio, l’imperatore filosofo?

È uscita invece venerdì una nuova Pillola narrativa: “Insegnami la tempesta” di Emanuela Canepa. «La storia è districata in una costante oscillazione tra presente e passato, ricucita cercando di far aderire i due orli temporali con il proposito di restaurare un drappo abbastanza saldo da resistere agli urti della vita». Potete recuperare l’articolo cliccando sul titolo qui sopra.

Per la serie Gli estratti abbiamo invece pubblicato:

📷 SU INSTAGRAM

Sono usciti 2 post (potete leggerli cliccando sull’immagine):

2 commenti

  1. io personalmente preferisco la saggistica, di cinema et similia
    o horror/thriller, forse perke necessariamente lontani da me pur essendo narrativa

    invece, pur guardando diverse romcom, non ne leggo mai come romanzi xD

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    • La saggistica è la mia miglior soluzione ogni volta che provo ad approfondire un tema o un problema: sarò un po’ vecchia scuola ma ho bisogno di un libro per riflettere e capire. Per approfondire online c’è sempre tempo, ma non c’è nulla di meglio di una pagina fisica per capire i termini basilare di una questione.

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