Il lavoro non retribuito: a che punto siamo? (cit. 1 maggio 2023)

In occasione della Festa dei lavoratori vi propongo una citazione che parla di lavoro non retribuito e di «donne lavoratrici».


Secondo l’«Economist», l’Islanda è il miglior Paese al mondo per le donne lavoratrici. È una buona notizia, questo è ovvio, tuttavia non si può fare a meno di avanzare una piccola critica ai giornalisti dell’autorevole settimanale: se c’è una cosa che lo sciopero delle islandesi ha dimostrato con chiarezza è che l’espressione «donna lavoratrice» è una tautologia. Non esiste una «donna non lavoratrice»: esiste tutt’al più una donna che non viene pagata per il suo lavoro.

In tutto il mondo, il settantacinque per cento del lavoro non retribuito è svolto dalle donne; la quantità di tempo dedicata ogni giorno al lavoro gratuito va dalle tre alle sei ore, contro una media maschile che varia da trenta minuti a due ore. La disparità comincia presto (le bambine di cinque anni sbrigano già molte più faccende domestiche dei loro fratelli) e aumenta con il passare degli anni. Persino nel Paese in cui gli uomini lavorano gratis per il maggior numero di ore, cioè la Danimarca, le ore di lavoro gratuito maschile sono sempre meno delle ore di lavoro gratuito a carico delle donne norvegesi; e la Norvegia è il Paese in cui le donne lavorano di meno.

Caroline Criado Perez, Invisibili

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