Una settimana di letture #84
Federica Breimaier

Durante il mio soggiorno a Molfetta mi è capitato di dover far un passo indietro: rinunciare a quel bagno al mare che tanto avrei voluto godermi, o a quella gita a Bari in cui agguantare qualche sacchetto di orecchiette e tarallucci fatti in casa. Eppure, a pesarmi di più sono state tutte quelle volte in cui la stanchezza fisica, ma soprattutto mentale, mi ha frenata dall’entrare in un certo dibattito, da cui mi sentivo, nonostante le poche energie, particolarmente coinvolta.
Tutto ebbe inizio con la dichiarazione di Susanna Tamaro, secondo cui a scuola “ci sono testi davvero difficili e anche brutti. Basta con Verga […] Come si fa a fare appassionare i ragazzi alla lettura con Verga? Ai ragazzi bisogna far leggere cose che fanno loro eco dentro”.
Tra un esperimento e l’altro, mi capitava di soffermarmi non tanto sulla posizione in sé (per esprimersi sulla quale occorrerebbe discutere 1. di narrativa verghiana 2. di didattica dei classici 3. delle competenze in entrambi i campi di Tamaro), ma sulla notevole quantità di reazioni emerse sui social, soprattutto su Facebook. Dati i tempi stretti, sono rimasta una spettatrice esterna, impossibilitata sia ad aggiustare il tiro di affermazioni sulle quali ero fondamentalmente d’accordo, sia a controbattere posizioni radenti l’assurdo.
Tale circostanza mi ha tuttavia posta nella condizione di osservare il decorso dello “scandalo” da lontano, e di accorgermi così di una tendenza forse già in atto da un po’: l’insistenza quasi morbosa a dire ciò che NON si è letto o, peggio, ciò che nessuno dovrebbe leggere. I social network pullulano di stroncature (purtroppo spesso preventive: ovvero scaturite da chi il testo nemmeno lo ha avuto tra le mani).
Ed è una deriva che colpisce qualsiasi autrice o autore, classico o contemporaneo. Da un lato infatti abbiamo l’esempio di Tamaro, che, in barba a Calvino, vuole rottamare Verga perché non più attuale; dall’altro c’è chi invece condanna la lettura di King, Rooney, Baricco e via dicendo.
Così mi sono chiesta, da quando ciò che NON leggiamo o ciò che NON andrebbe nemmeno sfogliato è diventato più interessante, più pregnante, di quanto abbiamo letto e amato? Non sono forse le storie che viviamo, gli stili diversi che esperiamo, a formare il nostro giudizio, oltre che la nostra percezione della narrativa e, alla fine della fiera, del mondo? Per quanto mi riguarda non c’è nulla di ammirevole né in chi, per far la posa da ribelle, si tiene lontano dai classici, né in chi con snobismo arriccia il naso a priori davanti alla narrativa contemporanea.
Per i leggere i classici e amarli ci vogliono insegnanti capaci di renderli vivi, ma soprattutto di lasciare ai lettori e alle lettrici il sacrosanto diritto di leggere quello che vogliono. Io, personalmente, detesto Baricco e sapete perché posso dirlo? Perché l’ho letto, così come ho letto 50 Sfumature di grigio (sì, davvero, tutta la trilogia). Non è solo mangiando caviale che si crea il gusto, ma è con la curiosità e l’esperienza (e qui non si entra nel merito di ciò che caviale è o non è, una distinzione che pur andrebbe fatta).
Ma qual è allora, mi direte, il senso dei critici, bookblogger, e/o intellettuali? Beh, sono ancora convinta che il modo migliore per tenere vivi i classici e creare delle generazioni capaci di gustarli sia di parlarne, descrivere ciò che li rende attuali, ciò che contenuto e stile possono regalarci, perché sono classici. E questo vale anche per la narrativa contemporanea, non diteci quanto finto e calcolato sia il libro di tizio o tizia, ma cosa non va nello stile, nella trama, nei personaggi: analizzate, prima di condannare!
Insomma l’augurio è che, più di bocciare la bassa letteratura per principio, si pensi tutt’al più a promuovere ciò che vale, e in primis i classici. Poiché se davvero ci fidiamo del valore di quei testi, allora dobbiamo anche sapere che una volta presili in mano, pochə prediligeranno Pif a Tolstoj. Fidatevi, i classici si salvano da soli!
Parliamo di ciò che leggiamo, con entusiasmo e passione. Questo è quanto cerchiamo di fare noi di Giornate di lettura: darvi consigli su cosa potreste apprezzare, senza censure, sottolineando pregi e difetti di testi che spaziano dalla narrativa alla saggistica, dai classici alla narrativa contemporanea. Perché altrimenti dedicarci per un anno intero a Dante e Proust?
Ma ora torniamo ai contenuti del blog usciti questa settimana…
Prima però valutate se iscrivervi alla nostra newsletter, lasciando la vostra mail qui sotto (è gratuito). Così sarete sicurə di non perdere nessuno dei nostri aggiornamenti.
✍️ SUL BLOG
Martedì è uscita la decima puntata della rubrica curata da Gerardo Passannante Briciole di filosofia. Protagonista è stato questa settimana EPIMENIDE, filosofo nato a Creta, vissuto nel VII secolo a.C. e autore del famoso paradosso per cui, lui cretese, pretendeva di essere creduto dicendo che tutti i cretesi sono bugiardi… Volete sapere qualcosa di più su questo autore dell’antichità? Potete leggere qui l’articolo: Briciole di filosofia | #10 EPIMENIDE
Venerdì ho invece pubblicato un articolo eccezionalmente non dedicato ai libri o alla lettura, ma al mio viaggio a Molfetta. Si tratta di un’intervista fattami da Beatrice Trogu del periodico molfettese Quindici che mi ha permesso, non solo di raccontare qualcosa in più del mio progetto, ma anche di esprimere alcune convinzioni sul rapporto tra lingua e dialetto. Se volete, potete recuperarla qui: Intervista: «Zurigo chiama Molfetta… e Molfetta risponde»
Per la nostra rubrica Gli estratti, abbiamo invece pubblicato:
- la Citazione del giorno – 5 giugno 2023 di Boris Pasternàk
- la Poesia del giorno – 7 giugno 2023. di Cesare Pavese
- la Citazione del giorno – 8 giugno 2023 di Jean-Paul Sartre
- la Citazione del giorno – 10 giugno 2023 di Jacques Lacan
🎧 DA ASCOLTARE
Durante il percorso che mi portava dall’appartamento al laboratorio e poi, una volta qui, intanto che montavo l’attrezzatura, mi hanno fatto compagnia diversi podcast a tema lettura, ma non solo. Ve li lascio qui, sono tutti gratuiti:
- TIMBUCTU: Un podcast de Il Post dove si parla del mondo, con i libri. Di Marino Sinibaldi
- VOCE AI LIBRI di Silvia Nucini
- TI LEGGIAMO UNA FEMMINISTA: Podcast transfemminista intersezionale composto da diverse personalità e storie, di Annalisa Sirignano e Alessandra Fraissinet.

Ho mandato un commento ma temo che non sia partito…
"Mi piace""Mi piace"
la Tamaro non voleva rottamare nessuno, men che meno Verga. Ha solo cercato di spiegare le difficoltà che si incontrano, ad una certa età, ad affrontare alcuni autori. Le reazioni per il 90% sono state di permalosità e conservazione, come sempre accade in Italia, per cose che riguardano scuola e cultura.
"Mi piace""Mi piace"
Secondo me dire “basta con Verga” va abbastanza vicino al significato di rottamare. Detto ciò, parlare di testi brutti, non vuol dire nulla, e ad una certa età certamente ci sono delle difficoltà, così come ci sono a fare espressioni di 4 grado o disequazioni di 2, ma nessuno dice che a questo punto sarebbe meglio toglierle dai programmi. Ripeto, si tratta di un problema di didattica della letteratura.
"Mi piace""Mi piace"
concordo che sia un problema di didattica delle letteratura. L’ho scritto anche io nel mio blog, che solo in lettere, si insegna per periodi, dimenticando bellamente che come in tutte le discipline ci si arriva per gradi, come in matematica, fisica, chimica, biologia, economia e medicina. Interessante al riguardo l’articolo della professoressa Isotta Piazza, uno dei pochi interventi non di permalosità e conservazione. Sulla pagina FB della Tamaro, lei stessa chiarisce quanto è stato travisato da media e social per fare clickbait. Ed inoltre segnalo il post e blog del professor Montani, https://ilballodeizanzoni.home.blog/2023/06/02/luoghi-comuni-12-tamaro-verga-e-la-scuola/ che smonta tutto il polverone che si è creato sull’argomento. Alla Tamaro va riconosciuto il merito di aver aperto un dibattito.
"Mi piace"Piace a 1 persona
[…] Libri da (NON) leggere, e classici da salvare (?) […]
"Mi piace""Mi piace"
[…] Libri da (NON) leggere, e classici da salvare (?) proposto da me […]
"Mi piace""Mi piace"