Madame de Staël: l’intellettuale che rivoluzionò la cultura Europea

Moriva a Parigi il 14 luglio 1817 un’acuta donna di lettere, vissuta a cavallo tra due epoche, e i cui scritti rivoluzionarono la storia delle idee, favorendo l’insorgere del movimento romantico: Anne-Louise-Germaine Necker, baronessa de Staël-Holstein. 

Madame de Staël nasce a Parigi, nel 1766, da genitori svizzeri. Il padre, Jacques Necker, lavora come ministro delle finanze per Luigi XVI ed è noto nel mondo intellettuale grazie soprattutto all’intraprendenza mondana della moglie, Suzanne Curchod, il cui salotto ospita Diderot, D’lambert e i fratelli Grimm. È proprio durante questi incontri, mai interdetti alla piccola Germaine, che il suo curioso intelletto, che si affianca a un carattere amabile, trova i primi spunti di riflessione. Con l’avanzare dell’età e lo sviluppo di una cultura estetica e civile cosmopolita, vedranno la luce romanzi, raccolte poetiche, testi teatrali, saggi di politica, di morale, ma soprattutto di critica letteraria. 

Ma Madame de Staël è anche dotata di un animo fondamentalmente irrequieto, sebbene deciso nelle proprie convinzioni, che la conduce a una vita movimentata, in un periodo storicamente già turbolento, anche in ambito politico dove si scontrerà con ognuno dei governi francesi, dal Direttorio fino all’impero napoleonico. Mossa è del resto anche la sua vita emotiva: nel 1786 sposa il diplomatico norvegese Erik Magnus Staël von Holstein, da cui nasceranno (forse) 5 figli; è un matrimonio di convenienza, sciolto con separazione formale nel 1797.

Sono della fine degli anni ’80 i primi testi che la introducono nei circoli intellettuali francesi. E come giusto che sia per una figura vissuta tra due epoche, queste prime opere devono molto alla cultura illuminista. Un esempio ne è Lettere sugli scritti e il carattere di Jean-Jacques Rousseau (1788) in cui la filosofia del filosofo ginevrino incontra e si confronta con il razionalismo di Montesquieu (tanto caro al padre dell’autrice). 

È questo anche il periodo in cui si forma la visione politica di de Staël, il cui modello risiede nella monarchia parlamentare inglese, che, applicato in Francia, avrebbe portato pace e progresso al popolo. Proprio auspicando l’avvento di un governo liberale, ella guarda con soddisfazione allo scoppio della Rivoluzione Francese, guadagnandosi la reputazione di intellettuale giacobina, sebbene vicina, durante il periodo della Convention nationale, al pensiero più moderato dei Girondini. 

Dopo una breve fuga a Coppet nella casa paterna in Svizzera, nel 1794, finito il periodo del terrore, torna a Parigi, dove dà vita al salotto di Rue du Bac, che la consacra fulcro dell’intellighenzia coeva. Nel 1796 pubblica Dell’influenza delle passioni sulla felicità degli individui e delle nazioni, un saggio che la allontana definitivamente dal mondo neoclassico, e tuttora considerato uno dei primi e più importanti documenti del Romanticismo europeo. Qui trovano spazio e approfondimento le idee dei più influenti letterati tedeschi, tra cui Wilhelm von Humbolt e i fratelli Wilhelm e Friedrich Schlegel. A trasportarla in questo mondo, i cui ideali hanno facile presa su una personalità sostanzialmente inquieta, è stato un assiduo frequentatore del suo circolo: quel Benjamin Constant cui la legherà tra alti e bassi una relazione di 14 anni (e da cui forse nascerà la più piccola di casa de Staël). 

Gli anni che precedono l’incoronazione di Napoleone rappresentano un periodo d’oro, in cui vede la luce, nel 1800, una delle opere più importanti: Della letteratura considerata nei suoi rapporti con le istituzioni sociali. Qui, in sostegno del relativismo storico del giudizio estetico, l’autrice si oppone alle regole del Neoclassicismo, sostenendo che l’opera d’arte debba essere espressione della realtà morale e storica, dello Zeitgeist, della nazione in cui è concepita. Fondamentale è altresì il nesso tra società, clima e letteratura, da cui deriva l’opposta natura da cui sono contraddistinte le letterature del Nord di contro a quelle del Sud dell’Europa.  

Il desiderio di veder rappresentata nella scrittura la realtà storica trova espressione in Delfina (1802), romanzo in cui si denunciano le condizioni di repressione in cui viveva la donna, tra le cui pagine si discute il divorzio, e si criticano le posizioni della chiesa cattolica rispetto a queste questioni. È con Delfina che si incrina per sempre il rapporto con Napoleone, da poco arrivato al potere, verso cui de Staël aveva sentito un fugace fascino, poi schiacciato dalla disillusione causata dal suo regime tirannico. Per l’imperatore, il circolo di Rue du Bac costituisce un nucleo liberale fonte di imbarazzo, acuito dalle tematiche di Delfina. Desideroso di riallacciare i rapporti con Roma, egli ordina quindi a Madame de Staël di tenersi ad almeno 64 km da Parigi. Quest’ultima risponde dando sfogo alla sua anima cosmopolita con un viaggio in Germania, dove incontra Goethe, Schiller e Schlegel, con cui parte poi per l’Italia. Qui soggiorna tra il 1804 e il 1805, incontrando Verri, Monti, Pindemonte, Canova, Cesarotti. Da questa esperienza nasce nel 1807 Corinne o l’Italia

A darle fama definitiva è però La Germania (1810), opera divulgativa che diffonde in tutta l’Europa il repertorio tematico del Romanticismo: il rifiuto delle regole classiciste, la poesia vissuta come fatto spontaneo, l’esaltazione del sentimento e della creazione poetica, il mito del medioevo e dell’arte popolare. Si tratta di uno scritto per l’epoca piuttosto ardito, suddiviso in una prima parte, sulla concezione dell’onore, dell’amore e della cultura; una seconda dedicata alle teorie estetiche di Goethe, Lessing, Schiller e Novalis; una terza sui sistemi filosofici di Kant, Fichte e Schelling; e una quarta e ultima con una discussione sul rapporto tra cultura e vita morale. È da qui che partiranno tutte le future polemiche che opporranno classicisti e romantici: La Germania è uno spartiacque destinato a cambiare tutta la letteratura e la cultura occidentale. 

Considerata da Napoleone come opera antifrancese, la sua prima edizione viene bruciata, per poi rivedere la luce in Inghilterra 3 anni dopo. Ormai perseguitata dalla polizia, Madame de Staël fugge in Austria, Russia, Finlandia, Svezia e Inghilterra, dove viene accolta con scetticismo sia dagli intellettuali come Lord Byron, che l’accusano di essere più antinapoleonica che liberale, sia dai Tories per cui è invece troppo liberale.   

Il periodo della restaurazione borbonica non migliora il suo rapporto con la Francia, anzi conduce a un momento di profonda delusione davanti all’occupazione di Parigi. Nell’ultima fase della sua vita, scioltisi i rapporti con Constant, stringe invece una cara amicizia con quel Lord Byron che inizialmente l’aveva criticata. Muore nel 1817, resa ormai invalida dalla malattia, questa straordinaria intellettuale, questo spirito libero, irriducibile nelle idee politiche, rivoluzionario in quelle artistiche.

2 commenti

  1. […] Per la nostra rubrica I profili, venerdì ho voluto raccontarvi di un’intellettuale la cui figura, lo confesso, mi affascina molto: Madame de Staël, nota soprattutto per due ragioni: (1) è stata acerrima nemica di Napoleone, che l’obbligò a stare lontana da Parigi, (2) con i suoi scritti e il suo salotto è stata lei a portare e diffondere le idee del Romanticismo tedesco in Europa. Volete saperne di più? Potete recuperare qui il mio articolo: Madame de Staël: l’intellettuale che rivoluzionò la cultura Europea […]

    "Mi piace"

Lascia un commento