Domande, domande…

Questa dodicesima puntata di Briciole di filosofia è un po’ particolare: segna la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra (abbiamo anche una nuova copertina!). Nell’articolo di oggi facciamo dunque un po’ il punto, interrogandoci su cosa si intenda davvero per ricerca filosofica.


Gli antichi saggi di cui mi sono occupato nelle pillole precedenti formano una specie di anticamera filosofica, ponendosi a metà strada tra l’interpretazione fantastica del mondo e quella razionale, inaugurata con la scuola di Mileto nel VI sec. a.C. Beninteso, la riflessione dell’uomo su se stesso e sul mondo è presumibilmente iniziata fin da quando l’evoluzione del cervello ha creato le condizioni del linguaggio e dell’astrazione, prima di riproporsi nel corso dei secoli sotto vesti diverse, che a ben guardare rinviano sempre ad alcuni quesiti di fondo. 

È stato Kant, verso la fine del ‘700, a porre limiti alle pretese conoscitive, che per quanto ampie e progressive non possono estendersi oltre le nostre strutture, ma al tempo stesso valorizzando, all’interno di questi limiti, la nobiltà e la necessità della ricerca. Vero è che il mondo moderno è percorso da una miriade di specializzazioni che porterebbero a credere che solo la scienza possegga le risposte, mentre la filosofia, nella sua astrazione, è un inattuale blaterare senza senso. Ora, nessuno ignora l’importanza di affondare l’occhio nel microscopico: ma senza dire che per ogni scoperta fatta si aprono mille altre domande, la competenza su una parte sempre più minuscola di realtà è veramente proficua solo se inserita in un quadro più complessivo, a evitare il paradosso, già denunciato da Emerson quasi due secoli fa, per cui lo specialista è colui che alla fine “sa tutto su nulla”. 

Ecco allora alcuni dei grandi quesiti posti da sempre e sempre attuali. 

Conoscenza e coscienza 

  • Che cosa è dato all’uomo conoscere, e quali sono le sue prerogative e i suoi limiti?
  • Cos’è la coscienza, senza cui non avremmo nemmeno consapevolezza di esistere? 
  • Da dove ci vengono le idee, i pensieri, i concetti? 

Il mondo della natura 

  • L’universo ha avuto un’origine e avrà una fine? O è eterno?
  • Se non è eterno ed è stato creato, chi l’ha creato, e perché? 
  • La terra (il mondo) è il prodotto di un disegno o è solo un’insignificante pallina nel vuoto?  
  • Che cos’è la materia? 
  • La vita è solo un’accozzaglia di legami fisici e chimici? O ha una sua finalità?
  • In che rapporto sta il corpo (umano) con lo spirito? 
  • Cosa distingue l’uomo dalle altre specie con cui condivide i processi biologici? 
  • Che rapporto ha l’uomo con la “casa ospitante”?
  • Che posto occupiamo nell’universo? 
  • Ha la vita un significato che non sia solo quella del ciclo di nascita e morte? 

Il tempo e l’eternità 

  • Che rapporto c’è tra spazio e tempo? 
  • Essi sono limitati o infiniti ed eterni? 
  • Perché l’uomo ha il concetto di eternità e di infinito anche se non può sperimentarli?
  • Il tempo incarnato nella Storia. 

Problematicità del reale 

  • Che cos’è la realtà? Che cos’è l’apparenza?
  • È autentica la realtà testimoniata dai sensi e dall’intelletto?
  • La vera realtà è di natura materiale o spirituale? 
  • Potrebbe essere il prodotto materiale di un’immensa energia spirituale? 
  • I sogni sono meno reali della veglia? 
  • Tutto cambia nel mondo o nulla cambia, tra essere e divenire? 

Questioni di metafisica 

  • Ha un significato e un senso l’esistenza? 
  • Siamo il risultato di un progetto o di un casuale mescolamento di atomi? 
  • Veniamo dal nulla e nel nulla ritorneremo? 
  • Se tutto finisce con la morte, perché viviamo? 
  • La morte è una negazione o una dimensione stessa della vita? 
  • Se l’anima è legata al corpo, muore con esso o è immortale? 
  • L’anima è un’esperienza psichica o ha una sua realtà autonoma? 
  • Qual è la sua provenienza e il suo destino? 
  • Che rapporto c’è tra la vita e la morte? Esiste una vita dopo la morte? 
  • Esiste un ente superiore, un’intelligenza creatrice chiamata Dio? 

La dimensione psicologica 

  • Come dalla materia nascono le astrazioni? 
  • I sentimenti, le paure, le attese, le speranze, le passioni sono solo il risultato di spinte biologiche? 
  • Gli atti gratuiti come si inseriscono nella lotta per la vita?

L’azione morale 

  • Perché nel mondo esiste il male? Da dove deriva? 
  • Bisogna accettarlo e subirlo, o contrastarlo? E in nome di quali principi? 
  • Cosa sono i principi, che non sembrano rispondere alla necessità della vita? 
  • Da cosa nascono i bisogni ideali come felicità e la libertà? 
  • L’amore è solo un’esigenza di riproduzione? 

L’esperienza estetica 

  • Qual è l’origine dell’arte, e quale la sua natura?
  • Perché abbiamo il senso del possibile? 
  • Che cos’è la bellezza? Da dove viene, perché ci commuove?

Sono queste alcune delle domande fondamentali a cui nel corso dei secoli molte risposte sono state fornite e altre ancora verranno. Sappiamo però che per una questione risolta altri quesiti si aprono, che il progresso non ha fine, e che la ricerca si spinge sempre più lontano. Tuttavia, il monito di Kant sulle condizioni e i limiti della conoscenza ci riporta alle grandi questioni poste fin dalle origini e sempre attuali: essendo la verità, qualsiasi cosa essa significhi, inevitabilmente filia temporis, e va pertanto filtrata attraverso gli occhiali “paradigmatici” della propria età. 

Di alcune di queste questioni incominceremo a occuparci nella prossima briciola… 


 

2 commenti

  1. […] È uscita martedì la 12a puntata della rubrica Briciole di filosofia curata da Gerardo Passannante. Si è trattato di un articolo un po’ speciale, che fa da spartiacque tra due momenti della storia del pensiero, e quindi di questo progetto. Al suo interno Gerardo ci propone una riflessione su cosa consiste la ricerca filosofica e su quali siano i quesiti cui tenta di dare risposta. Ve lo siete persə? Lo trovate qui: Domande, domande… […]

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  2. […] Nell’ultima briciola avevo allineato un po’ di domande che gli uomini si sono da sempre posti, e alle quali fin da sempre hanno cercato di dare risposta. Per quanto riguarda il filo rosso di queste schegge di filosofia, l’antica Grecia, già a partire dai poemi di Omero, Esiodo e primi lirici (IX-VIII sec. a.C.) le aveva date nel fertile terreno della religione olimpica. Accanto a essa, però, si erano poi diffusi diversi culti misterici (come quello di Dioniso o Demetra), in cui si cercava una via di salvezza all’anima caduta per un’oscura colpa nel corpo come in una tomba (soma=sema).  […]

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