Una settimana di letture #96
Vittorio Panicara & Federica Breimaier

Che ingenuo Houellebecq! In «Sottomissione», come si sa, immagina un partito islamico che nel 2022 vince le elezioni presidenziali e islamizza a poco a poco la Francia. Una falsa profezia, una balla di fantapolitica. Eppure…
Spostiamoci in Arabia Saudita e andiamo a trovare Mohammed bin Salman, principe ereditario e attualmente Primo ministro del paese. Grazie al petrolio il suo patrimonio ammonta a 400 miliardi di dollari. È lui l’artefice dell’operazione-football che ha portato in Arabia moltissimi campioni di calcio europei (Ronaldo, Benzema ecc.) e alcuni allenatori, come il nostro Mancini. Persino la ricca Premier inglese è stata saccheggiata. Ma in realtà l’Arabia Saudita intende emulare i poco amati cugini del Qatar, ospitando la Coppa del Mondo del 2034, dopo aver vinto magari il Mondiale per club. Per organizzare poco dopo l’Esposizione universale. Non solo, i sauditi non si accontentano del calcio, ma vogliono prendersi tutto lo sport mondiale e hanno già ottenuto risultati notevoli in Formula 1, golf (metà del circuito internazionale), cricket e persino nello sci, con i Giochi asiatici del 2029. L’ultimo “acquisto” è il tennis, con il Next Gen ATP Finals, torneo dei migliori Under 21, strappato a Milano. L’investimento previsto attraverso il fondo sovrano è enorme e riguarda, oltre allo sport, il divertimento, la cultura e le industrie creative, per tramutare entro almeno dieci anni l’Arabia Saudita nell’attrazione turistica più ricercata a livello mondiale. Si tratta, secondo le stime del Guardian, di un investimento di 6,3 miliardi di collari, quasi l’equivalente dell’intero PIL di paesi come il Montenegro o le Barbados.
Lo scopo principale è lo “sportswashing”, cioè quello di rendere moderna la propria immagine e distogliere lo sguardo dal mancato rispetto dei diritti umani nel proprio paese (Amnesty International). Da una parte abbiamo Riad che accoglie a braccia aperte gli sportivi di tutto il mondo, dall’altra le esecuzioni capitali (196 persone giustiziate nel solo 2022, con tre metodi di esecuzione: la crocifissione, la lapidazione e la decapitazione), l’assenza di garanzie processuali, i maltrattamenti nei confronti dei migranti e la repressione degli oppositori. Tanti pensano che “lo sport non deve mescolarsi con la politica”, via libera dunque allo sportswashing… Un pallone può cancellare soprusi, discriminazioni e violenze varie, basta voltare la testa da un’altra parte. Certo, ci si può opporre, come ha fatto Roger Federer nel 2018, rifiutandosi di giocare in Arabia Saudita, ma sono eccezioni. Lodevoli ma rare.
La frase «i capitalisti ci venderanno la corda con cui li impiccheremo», in genere attribuita a Lenin (qualche volta a Stalin), anche in questo caso non è lontana dalla realtà, se dimentichiamo il comunismo e mettiamo in evidenza la cieca tendenza del capitalismo occidentale a allevare dentro di sé i propri nemici, seguendo la logica del profitto, nemici che stavolta non sono rivoluzionari o terroristi, ma paesi ricchi di denaro e di petrolio, ottimi partner nel libero mercato. Non sono democrazie, si obietterà: pazienza. Il loro potere è “softpower”, così si dice, niente paura.
Nello stesso tempo a Johannesburg, nel meeting del 22-24 agosto, l’Arabia Saudita è stata invitata ad entrare il prossimo anno nel BRICS – sigla di Brazil, Russia, India, China and South Africa – gruppo di nazioni emergenti riunite per promuovere gli interessi della parte meridionale del globo. L’allargamento, voluto da Xi Jinping per frenare l’influenza degli Stati Uniti, riguarda, oltre all’Arabia Saudita, Argentina, Egitto, Iran ed Emirati Arabi Uniti. Il gruppo è molto diviso al suo interno e lo sarà ancora di più con l’ampliamento (Arabia Saudita e Iran, per esempio, sono in conflitto da decenni), ma uno degli obiettivi è la creazione di una moneta comune che contrasti nel mondo la coppia dollaro/euro (il gruppo vale il 32% del Pil mondiale). Un altro è quello di formare un asse antioccidentale, nonostante la presenza dell’India filo-occidentale. E questo non è potere soft, con la presenza influente della Russia nel gruppo e la guerra in corso in Europa.
Intanto stiamo pagando i diritti televisivi per il campionato saudita, infarcito di campioni europei comprati a suon di milioni, e se Cristiano Ronaldo per festeggiare un gol si fa il segno della croce rischia grosso… L’Arabia Saudita ci sta sfruttando con le armi economiche tipiche dell’occidente, mentre si propone come protagonista del BRICS, movimento orientato (così dice Putin) a diventare global majority in funzione antioccidentale.
Vincere le presidenziali francesi per andare al potere dall’interno del paese? Ma no, che bisogno c’è? Povero Houellebecq!
✍️ SUL BLOG
Martedì è uscita la 15a puntata della rubrica bisettimanale Briciole di filosofia, curata da Gerardo Passannante. Protagonista di questa uscita è stato un altro filosofo della scuola di Mileto (la 14a puntata era stata già dedicata ad Anassimandro), ovvero Anassimene. Se volete sapere qualcosa di più della vita ma soprattutto del pensiero di questo pensatore potete recuperare qui l’articolo: Il filosofo dell’aria: Anassimene
È invece apparsa venerdì, su Giornate di lettura la seconda parte di una recensione in 4 atti di Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche. Se ancora non l’avete fatto, trovate qui le prime 2 puntate: Zarathustra: l’esaltazione dionisiaca dell’esistenza
Per la nostra rubrica Gli estratti abbiamo invece pubblicato:
- La Citazione del giorno – 28 agosto 2023 di Roberto Saviano
- La Citazione del giorno – 30 agosto 2023. di Paolo Di Stefano
- La Frase del giorno – 31 agosto 2023 di Alessandra Pederzoli
- La Citazione del giorno – 2 settembre 2023 di Emilio Cecchi
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