Una settimana di letture #100
Vittorio Panicara & Federica Breimaier

In una trasmissione televisiva specializzata nella discussione di eventi calcistici, anche in diretta, è possibile perdere la calma e il controllo. Soprattutto se si tratta di una rete privata. L’emittente in queste occasioni riesce a ricreare il clima da stadio, o da bar dello sport: dialoghi accesissimi, che sfiorano la lite; voci altissime che si coprono l’un l’altra, come succede con gli avvinazzati; improperi, accuse di ogni tipo urlate come si fa quando si vuole offendere a morte qualcuno; un tifo gridato e indiavolato, senza ragionamenti veri e propri, vicino alla violenza verbale. È vero che gran parte dei collaboratori sono giornalisti, o magari addetti ai lavori, e che esagerano apposta. È solo colore locale, magari un po’ goliardico? In fondo anche questa è l’Italia… Le cose non stanno proprio così.
Il 25 agosto scorso uno di questi giornalisti (di fede interista) rivolgendosi agli interlocutori, tutti juventini, ha commentato: Avete illuso il neg**tto, poverino. Si riferiva al belga Romelu Lukaku, giocatore di colore, in procinto di trasferirsi alla Roma alla fine del mercato estivo, dopo essere stato sul punto di tornare all’Inter e poi di andare alla Juventus. Il direttore ha redarguito il “colpevole”, ma senza ottenere le scuse dall’ospite, e lo ha espulso dalla trasmissione. Ciò che conta in questo episodio è naturalmente l’epiteto razzista «neg**tto», che, nonostante il suffisso -etto, non può essere inteso come un vezzeggiativo, visto l’uso dialettale lombardo, e anche perché Lukaku è alto e grosso (191 cm per 94 kg). Il “reo confesso” si è sfogato il giorno dopo, scagliandosi contro il popolo dei social, quello del ‘politicamente corretto’ che mi ha lanciato insulti a non finire, aggiungendo:
Ricordo che la parola ‘neg*o’ era spesso citata nei suoi discorsi anche da Martin Luther King […] I fatti dicono che centinaia di uomini, donne e bambini originari dell’Africa, dunque ‘neri’, muoiono tutte le settimane nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. È diventata una triste conta per i pochi che hanno ancora voglia di contare. Il popolo dei social, il popolo del ‘politicamente corretto’, di questi morti se ne è quasi dimenticato. Importanti sono le parole. Importante è non chiamarli ‘negri’. Poi, se annegano in mare, fa niente.
Queste parole fanno capire che non si è trattato di una svista, ma di un uso consapevole del termine, che lui (giornalista professionista, anche se non laureato) paragona all’uso, poniamo, di cieco al posto di non vedente, secondo un uso che alcuni ritengono “politicamente corretto”. In altre parole, dicendo che Lukaku è un neg**tto non ha fatto altro che evitare un inutile eufemismo come nero (neretto in quel senso non esiste). Se non ha chiesto scusa, è solo perché non si sente in colpa: anzi, è una vittima del “politicamente corretto”. Ma il suo ragionamento non sta in piedi. A un certo punto della definizione di ne**o, la Treccani si esprime in modo chiarissimo:
Nell’uso attuale, negro (corrispondente all’angloamericano nigger) è avvertito o usato con valore spregiativo, sicché in ogni accezione riferibile alle popolazioni di colore e alle loro culture gli si preferisce (analogamente a quanto avvenuto in Paesi in cui la questione razziale era particolarmente viva) l’aggettivo e sostantivo nero (corrispondente all’inglese black e al francese noir).
Negli Stati Uniti soltanto i neri tra di loro usavano e usano nigger non in senso dispregiativo; qualsiasi altro uso è ritenuto offensivo. In Italia la situazione è la stessa, per cui neg**tto è un’offesa di stampo razzista, visto che esprime superiorità e ostilità discriminando una persona in base al colore della pelle. Ma è proprio necessario spiegare concetti così elementari in pieno 2023?
Breve aggiunta: il termine neg**tto è stato usato durante il recente raduno leghista del “popolo” di Pontida:
La Meloni? A Lampedusa ce l’abbiamo spedita noi, con il pepe nel didietro. Ma Giorgia ci è andata solo per farsi una foto con Ursula von der Leyen e con i neg**tti.
È un caso che il ministro Salvini – unico politico a farlo – sia intervenuto più di una volta durante le trasmissioni della rete di cui si è detto, telefonando da amico oltre che da appassionato di calcio?
✍️ SUL BLOG
Questa settimana su Giornate di Lettura abbiamo pubblicato tre nuovi articoli:
1️⃣ Briciole di Filosofia 🧠: Martedì, Gerardo Passannante ci ha guidato attraverso le profondità della filosofia con una puntata dedicata a Parmenide. La potete leggere qui PARMENIDE: IL FILOSOFO DELL’ESSERE
2️⃣ Ricordo di Grazia Deledda 🌹: Abbiamo commemorato l’anniversario della nascita di Grazia Deledda, l’amatissima scrittrice italiana e vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura. Scopri di più sulla vita e le opere di questa straordinaria autrice qui: Una citazione in ricordo di Grazia Deledda
3️⃣ Pillole di Narrativa 📖: Maresa Schembri ci ha regalato un’analisi avvincente del romanzo “Confessioni di una maschera” dell’autore giapponese Yukio Mishima, uno dei più importanti e influenti scrittori giapponesi del XX secolo. Qui potete recuperare l’articolo: Pillola di narrativa: “Confessioni di una maschera” di Mishima.
Per la nostra rubrica Gli estratti abbiamo invece pubblicato:
- La Citazione del giorno – 25 settembre 2023. di Marcello Marchesi
- La Citazione del giorno – 29 settembre 2023. di Fernando Pessoa
- La Citazione del giorno – 30 settembre 2023 di Franco Basaglia
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