Via col vento, Noi c’eravamo e il teatro del ‘700

Una settimana di letture #105
Federica Breimaier

Questa settimana ho ripreso in mano Via col vento, la cui terza parte leggeremo questo mese all’interno del gruppo di lettura «4 righe con la storia» e rimango ferma nella mia convinzione che il romanzo di Mitchell è a tutti gli effetti un grande classico della letteratura. Lo dico per lo stile con cui è scritto, per la struttura fatta di sottili, ma significativi rimandi interni, per le tematiche affrontate, ma soprattutto per i personaggi. Se nel film questi mutano poco, il che forse li ha resi in parte immortali, lo stesso non vale per i ritratti che emergono dalle pagine del libro. E non parlo solo di Rossella o Rhett Butler, ma anche di Melania e Ashley, entrambi più sfumati e credibili.

Di tutto questo mi piacerebbe discutere più nel dettaglio quando a gennaio arriveremo a fine lettura. Mi preme però aggiungere, proprio perché l’ho notato particolarmente all’inizio di questa terza sezione, che l’uso e la narrazione che Mitchell fa della Storia, ovvero delle vicende della guerra di secessione, la contraddistingue nettamente da Némirovsky, l’altra autrice letta in questa gruppo. Memorabile è infatti la descrizione dell’assedio di Atlanta raccontato attraverso la voce della protagonista, le scene terribili cui lei assiste, gli odori nauseabondi, la fine dei costumi… la scelta di far intervenire il narratore esterno solo raramente è vincente, perché porta il lettore e la lettrice a sentire sulla propria pelle la paura, l’attesa, la stanchezza. Gli eventi sono narrati non all’interno di una fredda cornice storiografica, ma mediante gli effetti che questi hanno sulla quotidianità, sulla società, sulle vite dei sedicenni che tornano cadaveri.

Ecco questo è solo uno degli aspetti che rendono Via col vento una grande epopea letteraria, un classico di spessore, che forse soffre un po’ del notevole successo del film.

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✍️ I NOSTRI ARTICOLI

Questa settimana, abbiamo pubblicato su Giornate di lettura 3 articoli.

Martedì scorso vi ho proposto una recensione del libro di Irene Facheris, “Noi c’eravamo”, che offre una riflessione approfondita e critica sul concetto di attivismo, sulle luci e sulle ombre che ne contraddistinguono la comunità e sul peso psicologico che comporta la militanza. Trovate l’articolo qui ☛ Luci e ombre dell’attivismo nell’ultimo libro di Irene Facheris

Venerdì è stata la volta della quarta puntata della rubrica “Pagelle Letterarie”, curata da Gerardo Passannante. Questa volta, Gerardo ha esaminato il teatro del Settecento, esplorando diversi autori e opere che caratterizzano tanto l’arte drammatica quanto il melodramma. Trovate l’articolo qui ☛ DAL DRAMMA AL MELODRAMMA

Infine, il terzo articolo è un resoconto dei temi trattati durante la nostra diretta su Instagram tenutasi mercoledì scorso in occasione del 103° anniversario della nascita di Gesualdo Bufalino. Un’occasione speciale per approfondire la conoscenza di questo grande scrittore, che potete rivivere o recuperare qui ☛

Per la nostra rubrica Gli estratti abbiamo invece pubblicato:

📸 INSTAGRAM

Dal dramma al melodramma
reel dedicato alla poesia
video della diretta su Bufalino
Marisa legge Ungaretti
Cos’è l’attivismo oggi?
I tanti volti di Bufalino

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