Baciarsi è ancora un atto sovversivo

Una settimana di letture #106
Federica Breimaier

Ieri sera, ho condiviso sul mio profilo personale di Facebook una foto che ritrae un bacio tra due uomini, la didascalia riporta: «Finché due uomini che si baciano fanno più scalpore di un uomo che picchia una donna, ci sarà sempre qualcosa che non va in questo mondo». Mi piace che questa foto ricordi come baciare, e, per estensione, amare, sia ancora oggi un atto sovversivo. È però anche riflesso del femminismo in cui credo io, che denunci disuguaglianze dovute a colore della pelle, orientamento sessuale, identità di genere, abilismo, e che pertanto sia intersezionale.

Uno dei primi commenti mi ha dato conferma ancora una volta che il lavoro da fare è ancora molto: «due uomini che si baciano sono due casi psichiatrici irreversibili e disgustosi, invece un uomo che picchia la sua donna o la violenta può essere una reazione momentanea spesso da lei provocata, una prova di brutalità, maschilismo e vigliaccheria; nell’ultimo caso si tratta di una copia incompatibile, e la separazione è imminente… »

La prima reazione, lo ammetto, è stata quella di cancellare immediatamente il commento, ma poi, seppur combattuta, ho deciso di lasciarlo, chiedendo scusa ha tutti coloro che si sarebbero sentitə umiliatə o comunque triggeratə da quanto scritto. L’ho fatto perché credo sia impellente rendersi conto che qui stiamo parlando solo della punta dell’iceberg di un problema che siamo molto lontani dal risolvere e che intreccia tanto l’omofobia quanto la misoginia. L’autore del commento ha poi proseguito scrivendo: «carissima Federica, la mia opinione e (sic) l’opinione ufficiale del mio paese nonché della chiesa ortodossa. Non sono omofobo, però dato che l’omosessualità è una malattia inguaribile, non si deve manifestare pubblicamente…»

Sono tre i punti problematici del testo:

  1. trattare l’omosessualità come una malattia, qualcosa che nella storia ha provocato enormi tragedie, una delle quali è incarnata dai campi di conversione in cui uomini e donne omosessuali sono stati torturatə e violentatə.
  2. giustificare la violenza di genere, dipingendola come reazione momentanea spesso provocata dalla donna stessa. Al contrario, la realtà dei femminicidi dimostra spesso una premeditazione al culmine di una serie di violenze trascurate.
  3. la questione della malattia che va nascosta. Là fuori ci sono tantə malatə più o meno gravi che vengono isolatə, che smettono di partecipare alla vita sociale perché stanchə di occhiate furtive e prese in giro!

Molte persone hanno reagito positivamente, distaccandosi da questo commento e apprezzando le mie risposte. Perché vi racconto questo, dunque? Perché dobbiamo smettere di credere che le battaglie siano vinte, perché l’uguaglianza e la scomparsa dei pregiudizi deve avvenire non solo sulla carta legislativa, ma nella società; e la società è fatta di individui. Io sono una donna cis-gender eterosessuale e leggere questo commento mi ha profondamente toccata, smuovendo in me un misto di rabbia, tristezza e nausea; non oso immaginare cosa possa aver provocato in chi ogni giorno è obbligatə ad affermare la propria identità o il proprio orientamento in una società di questo tipo. Eppure a darmi davvero le vertigini è stato pensare a tutte le persone, che pur non avendo il coraggio di scriverle, in quelle parole si sono ritrovate e magari le hanno anche applaudite…

Ecco io credo che su questo dovremmo riflettere, ovvero sulla necessità di non dare per scontata un’uguaglianza che è ancora da realizzarsi e per raggiungere la quale occorre che sia priorità di tuttə informarsi, capire, conoscere. Gli strumenti sono tanti, noi ci occupiamo di libri e tra questi mi sento ancora una volta di consigliarvi Fuori i nomi e Caccia all’omo di Simone Alliva, Questo libro è gay, e Questo libro è trans di Juno Dawson, Noi c’eravamo: il senso di fare attivismo di Irene Facheris (Recensito qui: Luci e ombre dell’attivismo nell’ultimo libro di Irene Facheris), Maurice di Edward Forster.


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✍️ I NOSTRI ARTICOLI

Questa settimana, abbiamo pubblicato su Giornate di lettura 2 approfondimenti.

👉 Un articolo di Gerardo Passannante: Nella ventunesima puntata della sua rubrica Briciole di filosofia, Gerardo ci introduce al mondo dei pluralisti, dedicando uno sguardo approfondito a Empedocle. Questo antico pensatore greco del V secolo a.C. è noto per la sua teoria dei quattro elementi fondamentali (terra, acqua, aria e fuoco) e per il concetto di amore e odio che governano l’universo. Empedocle ha influenzato significativamente la filosofia presocratica, contribuendo alla comprensione della natura e del cosmo. Approfondisci il suo pensiero al link qui: Empedocle: il primo pluralista

👉 Recensione di Maresa Schembri su “L’animale femmina” di Emanuela Canepa: Un altro articolo imperdibile è la recensione di Maresa Schembri su questo audace romanzo che esplora gli stereotipi di genere. Scopri come la storia di Rosita, una studentessa universitaria in fuga dalla madre oppressiva, si intreccia con una riflessione sulla misoginia. Leggi la recensione completa qui: La misoginia stereotipata: “L’animale femmina” di Emanuela Canepa (recensione a cura di Maresa Schembri)

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