Roberto Pazzi, un ricordo

Una settimana di letture #107
Federica Breimaier

È difficile parlare di una perdita quando il dolore che scaturisce dal vuoto è tanto pungente. Roberto Pazzi era un autore poliedrico e un intellettuale saldamente convinto del ruolo fondamentale dei classici anche e forse soprattutto nel frenetico mondo moderno. Ha scritto poesie, romanzi, racconti e ci sarà chi più di me saprà analizzare l’impatto che lo scrittore Pazzi ha avuto nella letteratura italiana. Ma stasera non posso far a meno di pensare, non tanto al romanziere, quanto al Roberto che ho avuto l’onore di conoscere in questi anni, a quell’animo affamato di vita che passeggiava per Ferrara. Rivedo ora davanti a me i sorrisi pieni, lo sguardo intenso davanti ad un quadro, la mente che corre rapida tra le pagine degli autori più amati, gli occhi pronti a seguire ogni dettaglio di un’esistenza che nonostante tutti i terribili colpi, amava.

Di te, Roberto, ricorderò le parole che mi hai scritto quando mancò la mamma; le pile di libri sparse per casa tua da cui non sapevo mai distogliere lo sguardo; il tuo volto luminoso quando ammiravi le cascate del Reno; la Gigina; la curiosità che avevi quando mi chiedevi di cosa mi occupavo; quel gelato fritto che ho assaggiato per la prima volta a pranzo con te, Stefano e Gerardo.

In un mondo fatto di cinici e di mediocri, grazie di averci regalato la tua passione per la letteratura senza inutili imbarazzi. E non posso che chiedermi, quell’energia, quella lucida forza critica, quella vitalità, quella passione, dove la troveremo? Non lo so… È troppo presto, e io non so dire altro se non che non sono ancora pronta a pensare ad un mondo senza di te. Ci mancherai, mi mancherai.

La clessidra

Quanto resta del giorno?
Soppesa la creatura la sabbia
già caduta al fondo della clessidra
e quella che passerà.
Eterna la mente polvere
passata e futura,
nulla è la somma.
All’occhio che l’abbraccia intero,
il paesaggio appare
in vista della fine,
eppure sa che una mano volgerà
la clessidra e tutto si ripeterà.
Nessuno ha pietà di noi?

✍️ I NOSTRI ARTICOLI

Questa settimana, abbiamo pubblicato su Giornate di lettura 2 approfondimenti.

1️⃣ Martedì, Maresa Schembri vi ha portato un resoconto dell’ultimo incontro del Caffè Letterario di Zurigo, tenutosi il 17 novembre. Il focus della discussione è stato il libro di Gemma Capone, “Animaterra”, un’opera che esplora le tematiche legate alle radici e alle migrazioni. Immergiti nelle riflessioni del Caffè Letterario recuperando l’articolo qui: Anima e terra nel libro di Gemma Capone: Caffè Letterario del 17 novembre 2023 (a cura di Maresa Schembri).

2️⃣ Inoltre, Gerardo Passannante vi ha accommpagnato in un viaggio attraverso la storia letteraria con una nuova puntata di Pagelle Letterarie. Questa volta ha esplorato la memorialistica del 700, assegnando voti alle opere più significative del periodo. Scopri le valutazioni di Gerardo Passannante qui: La memorialistica nel 1700

Per la nostra rubrica Gli estratti abbiamo invece pubblicato:

📸 INSTAGRAM

La memorialistica del 1700
Tre saggi per parlare di salute mentale
Animaterra di Capone

5 commenti

  1. Ci sentivamo spesso. Era sempre gentile, interessato all’altrui salute. Mi parlava del suo ultimo libro, di cui mi aveva mandato il pdf. Un bellissimo libro. Da tempo aveva preso a dialogare con Dio. Innavvertitamente pregava. L’ultima volta, una quindicina di giorni fa, su whats App mi apparve allegro e con una bella cera. Lo voglio ricordare così. Vivo come le sue opere.

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    • Hai ragione. Era davvero un intellettuale e uno scrittore straordinario, ma era anche un uomo con cui era piacevole parlare. Come scrivevo mi mancherà quella sua fame di vita che mi strappava sempre un sorriso ammirato.

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