
Era uno zio di Jim che non aveva mai visto, e che cercava di essere solidale, che aveva persino ammesso il diritto di George a una piccola partecipazione onoraria al sacro dolore familiare, ma che poi, nel corso della conversazione, si era un po’ raffreddato di fronte ai laconici sì, capisco, sì di George, e al suo reciso no, grazie all’invito al funerale, concludendo senza dubbio che alla fine questo compagno di stanza di cui avevano tanto sentito parlare non doveva poi essere un amico così intimo… E poi, almeno cinque minuti dopo aver riattaccato, quando l’aveva investito la prima ondata di shock, quando la notizia priva di significato ne aveva acquisito uno, molto preciso… eccolo annaspare su per la collina nel buio, inciampare alla cieca nei gradini, tempestare di pugni la porta di Charley, piangere, singhiozzare, gridare sulle sue spalle, sul suo grembo, su tutta la sua persona; e Charley a stringerlo, a ravviargli i capelli, a dirgli le solite sciocchezze che si dicono…
Christopher Isherwood, Un uomo solo

[…] Il lutto negato, una citazione di Christopher Isherwood […]
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