L’ultima cosa bella sulla faccia della terra: Il romanzo visionario di Michael Bible

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Un esordio che non può passare inosservato quello dell’americano Michael Bible, il cui romanzo, L’ultima cosa bella sulla faccia della terra, è in libreria dal 2023 per le edizioni Adelphi.
Nel profondo sud degli Stati Uniti, ad Armony, una piccola e tranquilla cittadina nella provincia dell’Alabama dove il tempo sembra essersi fermato, vivono piccole comunità chiuse e dedite alla fede e giovani soffocati da una società artefatta ma carichi di ribellione. A sconvolgere l’assetto delle cose oppresse da una nuvola di noia e rassegnazione, un ragazzo, un fiammifero e una tanica di benzina. Le fiamme divampano e venticinque anime innocenti vengono arse vive all’interno di una chiesa. Iggy, questo il nome del giovane che voleva darsi fuoco con un fiammifero senza, nelle sue intenzioni, voler fare del male a nessun altro. Questo può essere liberamente interpretato come atto di ribellione o resa nei confronti della società, dell’esistenza, e che, per ironia della sorte, non raggiunge l’obiettivo agognato, infatti Iggy sopravvive all’incidente. Ora, a un passo dall’essere giustiziato, si racconta.


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In disparte, tra le mura del carcere, risuona la sua voce. Abbandonato tra le macerie del suo mondo, si arrovella nel rimpianto. Racconta la sua versione della storia e ripercorre un passato di dipendenze, relazioni complicate e sentimenti inconfessabili.
«Forse ero così insensibile che volevo provare qualcosa, anche solo il dolore altrui». Il suo lamento denuncia il tormento di una Costante, così viene chiamato il vuoto esistenziale, asfissiante che lo accomuna agli altri abitanti di Harmony.

Michael Bible tiene in pugno il lettore in poche pagine e costruisce sapientemente un dramma polifonico intenso ed equilibrato al tempo stesso, che restituisce una molteplicità di prospettive attraverso le quali osservare, raccontare e interpretare la tragedia dell’incendio.

Ne L’ultima cosa bella sulla faccia della terra, Bible restituisce un ritratto brutale di una comunità alla disperata ricerca di un riparo dalla realtà. Una storia di resistenza quotidiana, in cui esistenze ferite s’intrecciano in una realtà intrappolata in un eterno presente.
Lo stile è visionario, asciutto, potente, fatto di un linguaggio essenziale, quasi blindato ma che si presta molto bene a narrare gli squarci di vita di alcuni giovani sull’orlo del precipizio.
All’interno della narrazione Bible gioca con i vari piani temporali generando una valida costruzione strutturale, scheletro di una storia complessa ma che viene denudata benissimo a livello di profondità, senza mai usare la tragedia per manipolare emotivamente il lettore dettandogli ciò che deve sentire.

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