Incipit del giorno – 7 marzo 2024

La chiamavano Génie la matta.

A volte attraversava il paese a passi svelti con al braccio il cestino di legno in cui metteva sempre il sacco di iuta che le serviva da cappuccio in caso di pioggia. Io le correvo dietro con tutta la forza delle mie gambette. Se spariva all’angolo di una strada o dietro una macchina o dietro il crocchio di donne che al mattino chiacchieravano facendo la spesa o che, sulla soglia di casa, raccoglievano l’acqua dei rigagnoli per innaffiare i fiori e lavare il loro tratto di marciapiede, mi prendeva la paura che ne approfittasse per lasciarmi là, da sola in quella strada piena di case sconosciute, di facce sconosciute.

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