
Immaginate due persone che, in questo spazio ridotto, vivano assieme ogni giorno, cucinino gomito a gomito sugli stessi fornelletti, si comprimano sui gradini angusti. Si radano di fronte allo stesso minuscolo specchio, continuino a toccarsi, a urtarsi, a cozzare l’uno contro il corpo dell’altro, per sbaglio o no, sensualmente, aggressivamente, maldestramente, impazientemente, in collera o in amore – immaginate che profonde, ma invisibili tracce devono lasciarsi alle spalle. L’ingresso della cucina è troppo stretto. Due persone di fretta, con i piatti in mano, sono perennemente destinate a scontrarsi. Ed è li che quasi tutte le mattine, giunto in fondo alla scala, George prova la sensazione di trovarsi all’improvviso provviso su un limitare scosceso, frastagliato, brutalmente interrotto – come se il sentiero fosse scomparso sotto una frana. È lì che si arresta di colpo, turbato dalla novità, e, come la prima volta, capisce che Jim è morto. È morto.
Christopher Isherwood, Un uomo solo

[…] Due animi condannati a scontrarsi: i protagonisti di “Un uomo solo” di Cristopher Isherwood […]
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