Le periferie di Manchester tra le righe di Elizabeth Gaskell

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Presso Manchester ci sono dei campi, noti come “Green Heys Fields”, attraverso i quali corre la stradina per un piccolo villaggio, distante circa due miglia dalla città. Sebbene siano umili, e piatti, e privi di boschi (grande e consueta attrattiva dei luoghi pianeggianti) c’è in essi un fascino che colpisce anche chi viene da regioni montuose; perché vede e sente il contrasto tra quei luoghi banali ma del tutto agresti e l’affollata, rumorosa città industriale lasciata da mezz’ora soltanto. Qua e là una vecchia casa colonica, bianca e nera, e con intorno i suoi an-nessi, parla di altri tempi e di occupazioni diverse da quelle che ora assorbono la popolazione delle vicinanze. Qui, nella loro stagione, si possono vedere attività rurali, quali la falciatura, l’aratura, che per la gente di città costituiscono misteri gradevolissimi da osservare; e qui l’artigiano, assordato dal rumore delle forge e delle macchine, può venirsene di tanto in tanto ad ascoltare le deliziose voci della vita di campagna: il muggire degli armenti, il richiamo delle mungitrici, lo schiamazzo dei polli nell’aia.

Elizabeth Gaskell, Mary Barton (incipit)

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