La vita e il pensiero di Platone

Briciola di filosofia #34

3–5 minuti

Quello che doveva diventare uno dei più grandi filosofi della storia nacque nel 428 a.C. ad Atene da una famiglia aristocratica. Il padre si diceva discendente del re Codro, e la madre era imparentata con Solone. In un simile ambiente il ragazzo ricevette il meglio dell’educazione del tempo, fatta di musica, poesia, pittura, scienze. Quindi le lezioni dell’eracliteo Cratilo lo attirarono verso la filosofia, finché intorno ai vent’anni Platone incontrò Socrate, che doveva segnare una svolta decisiva nella sua vita e nella storia del pensiero occidentale.

Fu probabilmente la morte del maestro, vissuta come un’ingiustizia che squalificava tutta la legalità del tempo, a suggerirgli la prima idea dell’equazione tra politica e filosofia“Io vidi che il genere umano non sarebbe mai stato liberato dal male, se non fossero giuntal potere i veri filosofi. Sin da allora si stabilì in lui l’idea che il vero politico può essere solo il filosofo: colui cioè che ha saputo affondare l’occhio nella condizione umana, per conoscerne le più intime aspirazioni e le più radicali necessità, e sa pertanto che il compito primo di un governante consiste nell’applicazione della giustizia. Massimo Cacciari ci metterebbe la firma: ma a convincersi che si trattasse di un generoso quanto utopico sogno, non c’è che da osservare i governanti del nostro tempo, che la filosofia non sanno neppure dove sta di casa…

Dopo la morte di Socrate nel 399 a.C., Platone intraprese una serie di viaggi, sia per approfondire la propria cultura che per cercare una polis che gli consentisse di realizzare il suo ideale politico. Visitò le comunità socratiche di Megara e Cirene; in Magna Grecia conobbe quelle pitagoriche da cui attinse la suggestione della metempsicosi; e giunse quindi a Siracusa, governata da Dionigi il vecchio, dove credette per un momento di poter attuare le sue idee, grazie all’amicizia di Dione. Venuto però proprio a causa di esse in sospetto del tiranno, fu venduto come schiavo al mercato di Egina. Riscattato, ma deluso per il fallimento del suo progetto, Platone ritornò allora ad Atene, dove con i soldi rifiutati del riscatto fondò una sua scuola, detta Accademia, e organizzata come un tiaso sul modello pitagorico della libera associazione. 

Quando al tiranno di Siracusa successe il figlio Dionigi il giovane, Platone fu nuovamente richiamato come consigliere per la riforma dello Stato. Ma l’urto tra Dionigi e Dione rese di nuovo vano ogni tentativo. Alcuni anni dopo accettò di ritornare ancora a Siracusa, spinto dal desiderio di aiutare Dione rimasto in esilio. Ma nessun accordo poté stabilire col tiranno dilettante e presuntuoso. E dopo essere stato trattenuto per un certo tempo come prigioniero, finalmente lasciò Siracusa e ritornò ad Atene, dove continuò a insegnare fino alla morte, avvenuta nel 347 a.C. a 81 anni.

La situazione degli scritti di Platone è diversa da quella di tutti i pensatori incontrati fin qui, visto che di lui ci sono rimaste tutte le opere. Un corpus costituito da 36 titoli, raggruppati secondo la tradizione iniziata da Trasillo in 9 tetralogie, senza dire degli scritti spuri. Solo che, non essendo Platone un filosofo sistematico, per esporre il suo pensiero non fece ricorso ad una trattazione “accademica” ma a una rappresentazione che fosse il più fedele possibile al dinamismo dello scontro dialettico. E intendendo riprodurre lo spirito del maestro, imitandone le peculiarità e l’intento maieutico, adottò il nuovo genere del dialogo, dove la forma fosse in sintonia con una concezione della filosofia intesa come ricerca della verità e continuo confronto con se stessi e con altri. Essendo però il protagonista della maggior parte dei dialoghi un personaggio chiamato Socrate, subito emerse la questione di separare le concezioni del maestro da quelle dell’allievo. Ritenendo ragionevolmente che le opere giovanili fossero più vicine all’aura socratica, da cui poi Platone si sarebbe svincolato col passare del tempo per svolgere il suo pensiero maturo, ci si è subito trovati ad affrontare la delicata questione della cronologia degli scritti. Ma in assenza di precise indicazioni, come regolarsi? 

Sulla costatazione che lo stile di un autore muta nel corso degli anni, con l’adozione di nuovi stilemi e l’abbandono di altri, gli studiosi hanno potuto stabilire con buona approssimazione la cronologia dei dialoghi mediante l’acribica applicazione del cosiddetto metodo stilometrico. Partendo dalle Leggi, che sono certamente l’ultimo scritto di Platone, dopo accurato confronto tra quelli che presentano maggiori somiglianze con esso, gli esegeti hanno potuto datare i lavori più propinqui. E quindi di passo in passo, a ritroso (ma avvalendosi anche di criteri collaterali, quali il contenuto dottrinale, le spie contenutistiche, i rinvii interni tra i dialoghi o i riferimenti al periodo), hanno raggiunto un discreto accordo su tre fasi compositive, di cui, tralasciando lavori decisamente minori, ecco i titoli essenziali: 

• Dialoghi giovanili, dove è ancora difficile dissociare il pensiero di Platone da quello di Socrate, e dove più spesso si sente la voce del maestro: Apologia di Socrate, Critone. IpparcoIppia minore, Alcibiade primo, Protagora, EutifroneLisideCarmideLachete, Ippia maggiore.

• Dialoghi della maturità, che rivelano il pensiero maturo di Platone e le sue concezioni più tipiche: Fedone, Convito, Repubblica, FedroGorgia, Menone, Ione, Menesseno, Eutidemo, Cratilo.

• Dialoghi della vecchiaia, che sono i più difficili da affrontare, per un pensiero che si solleva alle estreme audacie dialettiche, approfondendo ora l’una ora l’altra dottrina dell’autore. A questa fase appartengono: Teeteto, Parmenide, Sofista, Politico, Filebo, Timeo, Crizia, Leggi. Di quest’ultimo periodo sono infine anche le lettere VII e VIII, fondamentali per la biografia di Platone. 

Ed è più o meno in questo ordine che ce ne occuperemo nelle prossime briciole.


Unisciti gratuitamente a centinaia di nostri abbonati e abbonate, e sii il primo a conoscere nuovi contenuti.

 

Un commento

Lascia un commento