
Di tutti gli incantesimi di cui la narrativa è capace – trame coinvolgenti, perso-nagsi verosimili, linguaggio realistico – uno dei meno considerati è il suo saperci trasportare in un altro spazio e in un altro tempo. Molti avidi lettori hanno sperimentato la sensazione, dopo aver chiuso un libro, di doversi scrollare di dosso i panorami, gli odori e i suoni di un mondo in cui non sono stati davvero, e che probabilmente non esiste affatto: possiamo non aver mai visto la Londra vitto-riana, e di certo non abbiamo attraversato la Terra di Mezzo, ma per milioni di lettori le opere di Arthur Conan Doyle e ). R. R. Tolkien hanno reso questi luoghi più reali delle città che possono effettivamente aver visitato.
Laura Miller, Atlante dei luoghi letterari
