
È ancora vivo il ricordo della serata di venerdì 7 febbraio, dedicata dal Caffè Letterario a Lucilla Trapazzo e alle sue opere. Il nostro ringraziamento, che va non solo a lei ma anche ad Alice Malerba, che ha così ben condotto la sua intervista, scaturisce dalle vive emozioni che l’incontro ha saputo suscitare in noi tutti. Si trattasse del ricordo della madre, anche lei poeta, o della Salmodia di una vergine bambina, l’accento della voce di Lucilla, sentito e sincero, è rimasto in noi quale traccia di momenti che potremmo definire di rapimento, per quanto iperbolico possa sembrare.
Autrice di «Ossidiana», l’esordio poetico nel 2018, e a seguire di «Dei piccoli mondi», «Ruscellante», «Pronome personale II persona singolare» e di «Paralleli e meridiani. Diari di viaggi», opera recente, Lucilla Trapazzo svaria dai temi più intimi, come l’amore, agli ideali più utopici, come l’anelito cosmopolitico all’armonia fra i popoli. La sua poesia è stata definita un viaggio sensoriale, e il viaggio, non solo sotto metafora, ha effettivamente caratterizzato la sua esistenza.

Instancabile viandante della vita, ha visitato tutti i luoghi che cita in «Paralleli e meridiani», sentendosi a casa ovunque si trovasse. Oppure no, trovando una casa, ma in un altro senso, soltanto in sé stessa, in quella spiritualità in cui si raccolgono la sensibilità e il raziocinio, la spontaneità e le idee di una cittadina del mondo, i ricordi di figlia e di madre e al tempo stesso le impressioni della quotidianità.
Artista, performer poliedrica, pittrice, traduttrice anche di sé stessa, nelle sue tante attività Lucilla ha anche creato e inscenato opere multimediali di grande interesse, come il cortometraggio prodotto dalla Rai sulla base della già citata Salmodia. Tuttavia, da quando le misure anticovid hanno favorito la sua introspezione, la poesia ha avuto il sopravvento sulle altre forme espressive: la sua permanenza a Zurigo coincide con questa sua scelta, che è artistica e di vita insieme, per la gioia di noi lettori e di tutti i suoi amici.
Ancora grazie a lei e ai tanti che sono intervenuti.

