
Gli autori non sono infallibili. Ogni grande scrittore, ogni grande scrittrice, è figlio o figlia del suo tempo, certo. Ma ciò che rende miracolosi i grandi libri è la capacità di rispecchiare e insieme trascendere i pregiudizi dell’autore, così come il luogo e l’epoca. E proprio questa qualità a far sì che una ragazza iraniana del Novecento possa leggere ed entrare in sintonia con un greco di nome Eschilo vissuto migliaia di anni fa. La lettura non porta necessariamente all’azione politica diretta, ma nutre una forma mentale capace di dubitare e interrogare, di non accontentarsi dello status quo e di chi lo decide.
La narrativa accende la nostra curiosità ed è questa curiosità, questa irrequietezza, questa voglia di conoscere a rendere tanto pericolose la scrittura e la lettura.
Azar Nafisi, Leggere pericolosamente
