L’immaginazione serve più dei fatti

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Dopo l’incontro, un ragazzo che sedeva tra il pubblico venne a dirmi che era rimasto disorientato dal nostro interesse tutto focalizzato sull’immaginazione, a discapito dei fatti. I fatti per lui erano centrali, reali, mentre l’immaginazione, così disse, era un lusso riservato soprattutto a scrittori e artisti, ma di nessuna importanza nella vita quotidiana. Nella vita reale. Gli risposi che io e Grossman eravamo due prove viventi che, se i fatti sono importanti, non per questo escludono l’immaginazione. La mia esperienza diretta di un regime che in una società oppressa considerava nemici i romanzieri, i poeti e gli artisti, e dove tanti di loro erano finiti in prigione, torturati e persino ammazzati, confermava il ruolo cruciale dell’immaginazione ai fini della libertà. Sfortunatamente per me (e forse fortunatamente per quel ragazzo) dovetti interrompermi, perché amici e parenti mi aspettavano per andare via.

Azar Nafisi, Leggere pericolosamente

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