
Il ricordo del padre in terapia intensiva, a quel punto in preda a dolori terribili, e sotto morfina. A volte Ivan si augurava che accadesse. Sí, perché pensava alla morte come a una cosa che accadeva, e poi era finita. E in effetti, quand’era finita c’era stato un senso di sollievo, una certa libertà, libertà dall’ansia dell’attesa. Nei mesi successivi, Ivan ha abbracciato quel senso di libertà, adesso se ne rende conto. Ha preso decisioni impulsive, si è innamorato, la sua vita si è trasformata, e tutto in un impeto irrefrenabile di energia e sentimento. Vivere, ha avuto bisogno di vivere, per superare quel terribile evento, sí, era necessario. Ma ora che l’evento è passato, il funerale, le varie cerimonie, resta solo la perdita, che non può essere sanata. L’evento è finito, l’evento è stato superato, ma la perdita è appena cominciata. Ogni giorno diventa piú profonda, sempre piú cose vengono dimenticate, e sempre meno cose sono conosciute con certezza. E niente riporterà mai indietro suo padre dalla sfera della memoria, nel rassicurante mondo concreto della realtà materiale, dei fatti tangibili e specifici: e come, come è possibile accettare questo, o anche solo capire che cosa significa?
Sally Rooney, Intermezzo
