“gli scrittori possono mettere in discussione qualunque regola”

1–2 minuti

All’epoca le parole di Baldwin mi avvicinavano a quei movimenti di protesta e allo stesso tempo me ne allontanavano, portandomi in uno spazio diverso dove potevo rallentare, interiorizzare, riflettere. Dove i miei pensieri e le mie azioni non erano dominati unicamente dalla rabbia. Senza rendermene conto fino in fondo, ammiravo Baldwin per il suo modo impietoso di criticare il razzismo americano più spudorato evitando però di buttarsi tra le braccia di un gruppo politico o di un’ideologia. Quello che faceva era salvaguardare la propria autonomia di pensiero. Baldwin era la prova che essere uno scrittore impegnato non significava sacrificare la propria indipendenza: gli scrittori possono mettere in discussione qualunque regola, anche quelle politiche.
Non voglio dire che non dovremmo lasciarci coinvolgere dalla politica, solo che la cosa migliore è rifiutarsi di seguire ciecamente la linea di partito.

Azar Nafisi, Leggere pericolosamente

Entra a far parte della community

Unisciti gratuitamente a centinaia di nostri abbonati e abbonate, e sii il primo a conoscere nuovi contenuti.

Lascia un commento