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Tutto quello che Helen era in grado di controllare (il corpo, il modo di parlare, la giornata lavorativa, i gesti, gli amici e conoscenti) lo controllava. Ciò che non poteva controllare lo considerava inconsistente o inevitabile. Stimava inconsistente la maggior parte dei suoi sentimenti, e se li toglieva di torno senza tante cerimonie. Ma ciò che provava per la figlia lo riconosceva come inevitabile e irresistibile, e vi si crogiolava.
Cathleen Schine, La lettera d’amore

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