L’INATTUALITÀ DI QUINDICI RACCONTI “ECCESSIVI”: «L’ORA DELLA MEZZANOTTE» DI GERARDO PASSANNANTE (la presentazione del 17 ottobre 2018 a Zurigo, con Roberto Pazzi)

Secondo il noto scrittore Roberto Pazzi, la raccolta «L’ora della mezzanotte» di Gerardo Passannante è un esempio di letteratura “inattuale”. Essa, infatti, rinuncia almeno in parte alla sua “visibilità”: si colloca in una fascia ristretta di mercato, al di fuori di ogni facile prospettiva commerciale, e seleziona un lettore ansioso di riflettere, di pensare. Uno scrittore, dunque, che ci offre la sua visione dell’uomo e del mondo in virtù della sua formazione filosofica e di una scrittura ricca di pensiero e quasi “eccessiva” nella sua eleganza.

Il libro, che ai nove racconti unisce in questa nuova edizione (per i tipi della Minerva) altri cinque inediti, è stato presentato il 17 ottobre scorso all’Università di Zurigo davanti a un folto pubblico. L’iniziativa è stata organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura, nella persona di Licia Coffani, che ha introdotto la serata.

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In qualità di moderatore, Pazzi si è rapidamente soffermato sulla città della Limmat, terra di esilio e di grandi  letterati (vi sono sepolti Thomas Mann, Elias Canetti, James Joyce), per presentare poi  l’opera di Passannante, così affine alla sua (si pensi solo alla predilezione per la figura di Giuda o per l’imperatore Giuliano l’Apostata, protagonista dell’ultima parte del romanzo «Il declino degli dèi», a cui Passannante attualmente sta dedicandosi). Entrambi gli autori scavano nell’ambivalenza dei sentimenti e situano sempre a un certo momento, nell’ordito narrativo, l’ora della verità per i loro personaggi (appunto l’”ora della mezzanotte” di Kierkegaard, a cui esplicitamente il titolo della raccolta rimanda); ecco perché entrambi cercano l’approfondimento psicologico e la complessità, del contenuto come della forma. Lo stile dei racconti di Passannante è quasi “eccessivo” nella sua estrema eleganza, il contenuto denso di significati soprattutto filosofici (con Seneca e Schopenhauer tra le fonti più notevoli). A Pazzi il fatto che le opere di Passannante non siano ancora pienamente riconosciute nel loro giusto valore ricorda da lontano la parziale indifferenza che a suo tempo, fatte le debite differenze, accolse le leopardiane «Operette Morali», a tutt’oggi trascurate nei programmi scolastici. La lontananza di Passannante dai gusti più facili dei lettori, e quindi del mercato, rammenta più Gesualdo Bufalino che l’altro siciliano Camilleri, tanto più famoso, e osannato ben oltre i suoi meriti effettivi. E per intendere meglio «L’ora della mezzanotte» Pazzi ha portato come esempi le figure, storiche o mitologiche, che nei racconti più sono dense di significati: da Giuda, còlto nel momento del suicidio, al re sumerico Gilgamesh, deluso dal dono dell’immortalità (il racconto s’intitola «Sha nagba imuru», cioè «Colui che tutto vide»), fino alle parole estreme di Seneca in punto di morte in «Seneca Lucilio suo salutem». Di un altro protagonista, Niemand, stavolta del tutto inventato, ha parlato lo stesso autore, su sollecitazione del relatore.

Gerardo Passannante ha voluto aggiungere qualche considerazione a quanto affermato da Roberto Pazzi.  «Sha nagba imuru» si ispira liberamente al più antico poema epico dell’umanità e si ricollega tematicamente ai racconti in cui compaiono rispettivamente Adamo (nel primo racconto, «Quia pulvis sum»), Caino (ne «La fedeltà alla terra») e Giuda (nell’ultimo: «Il diverso»). La ricerca della libertà è il loro tema comune, affrontato esplicitamente nel racconto già ricordato (collocato in posizione strategica, a metà del testo) dell’ultima lettera di Seneca a Lucilio. Le sue parole

tutta la vita non è che un lento, progressivo imparare a morire

sintetizzano sia il malessere esistenziale dei protagonisti dei racconti, con i loro dubbi e le loro angosce, sia l’amara verità che affiora nell’ora della mezzanotte.

L’autore, rispondendo a Pazzi, ha poi parlato di Niemand, protagonista de «La gloria di nessuno», personaggio vagamente autobiografico. Si tratta di uno scrittore respinto dalle case editrici e dai cenacoli letterari, che si prende la sua rivincita: diventa con il tempo un ricco affarista e diffonde in segreto e in modo capillare e anonimo le sue opere, che hanno un enorme successo, di critica e di pubblico; al momento, però, di rivelare la sua identità, dopo aver sacrificato la sua vita (la polvere si è ormai stesa su di lui, inaridito e privo di stimoli vitali), rinuncia a farlo, come opera caritatevole, conscio che

l’opera splendeva nella sua autonomia.

Niemand è l’autore che si sacrifica in nome della sua opera letteraria e che scompare nel nulla per farla rifulgere meglio, lontana da lui, scrittore “inattuale”.

Roberto Pazzi è di nuovo intervenuto, sottolineando come il traguardo dell’inattualità passi anche dalla rivisitazione del sacro, come accade in alcune sue opere e come capita nella raccolta di Passannante, per esempio a proposito di Adamo, che l’autore afferma essere stato creato insieme a Lilith (così secondo gli apocrifi; Eva sarebbe stata creata successivamente).

Nel corso del dibattito Passannante ha chiarito di aver scritto una versione teatrale in versi endecasillabi di «Sha nagba imuru», che ritiene però un po’ difficile da rappresentare. Pazzi ha allora chiesto al prof. Loporcaro se l’endecasillabo, così comune nella poesia italiana, non sia “connaturato” all’italiano, sia in poesia che in prosa (cioè nella prosa d’arte); per quanto pertiene alla linguistica, al docente non risulta esserci un legame del genere così stretto, essendo l’endecasillabo probabilmente il frutto di una convenzione maturata in ambito prevalentemente storico-letterario.

Dal pubblico è venuta una richiesta di chiarimento sulla posizione dell’autore sul tema dell’amore, con riferimento alla citazione riportata nella quarta di copertina, in cui si legge che

l’amore distrugge […] perché implacabilmente mette a nudo le debolezze, toglie il velo dagli occhi, e se ne siamo privi ci sbatte di fronte alla nostra miseria.

Passannante ha spiegato che la citazione è tratta dal penultimo racconto, «Rue d’Ulm, 1980», incentrato sull’assassinio compiuto da Louis Althusser nei confronti della moglie Hélène a Parigi nel 1980. Al fatto di cronaca – il filosofo morì in manicomio dieci anni dopo – l’autore ha aggiunto l’analisi del suo tormentato rapporto con la moglie e le sue invenzioni narrative. Hélène, ormai morta, appare ad Althusser due volte in sogno per mostrare a lui, marxista convinto di poter separare il freddo studio delle “strutture” dal mondo dei valori umani, tutta la sua disumanità; Louis non è mai riuscito ad amare l’uomo (solo per questo l’ha studiato!) e per questo non è riuscito a sopportare l’amore, che sa svelare crudelmente all’animo umano ogni sua debolezza. Ha scelto per lei la morte, mostrando ancora una volta lo stretto connubio tra Eros e Thanatos, per un eccesso di amore, per risparmiarle il disprezzo da lui provato per tutto ciò che è vita. Uccidendola l’ha resa libera dalle regole severe e dai determinismi della sua teoria.

Un’ultima domanda, sulla fonte della sua ispirazione, ha infine permesso a Passannante di parlare della sua personale “estetica cognitiva”: l’autore sente l’esigenza di comunicare, di trasmettere al lettore quella sua interpretazione della realtà che non concerne solo gli uomini nella società e nella Storia, ma anche e soprattutto ciò che è in noi, che non è tangibile perché immateriale, che è interiore e non sempre del tutto cosciente perfino a noi stessi. Nel farlo sceglie la forma letteraria più consona all’elevatezza della materia.

Di questi e di altri argomenti si è poi discusso, a presentazione finita, durante il successivo rinfresco.

È stata un’occasione ottimale per approfondire ciò che noi intendiamo per letteratura e per riflettere sul distacco che intercorre tra il consumo puro e semplice di testi cosiddetti “letterari” e il loro valore intrinseco, estetico.

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Sui due autori e sul libro sono riportati qui di seguito dei link informativi:

SU ROBERTO PAZZI: https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Pazzi

SU GERARDO PASSANNANTE: http://www.italian-poetry.org/gerardo-passannante/?cn-reloaded=1

SU «L’ORA DELLA MEZZANOTTE»: https://www.amazon.it/Lora-della-mezzanotte-Gerardo-Passannante/dp/8833240428/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1540656423&sr=1-1&refinements=p_27%3AGerardo+Passannante

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