
Quando un poeta consegna alle stampe il proprio prodotto letterario, si ritrova di fronte ad una doppia difficoltà: essere responsabile di ciò che ha scritto e affrontare il rischio di scadere nella banalità trattando temi con cui da millenni l’uomo si confronta.
Michele Biafora, poeta calabrese candidato per ben due volte al Premio Nobel per la letteratura, si fa carico di entrambe le prove, superandole brillantemente nel suo piccolo libello La verità in te, opera poetica gravida di significati importanti, pubblicata nel 2015 da Lupi Editore.
Fin dal titolo si può dedurre che il testo si presenta come una sorta di soggettivazione del senso più intrinseco che ognuno attribuisce all’esistenza; una confessione in versi in cui, però, ciascuno può rispecchiarsi e trovare la ragione semantica del mondo che più gli è congeniale. Infatti, il significato di queste poesie non sempre è immediato. L’autore costringe il lettore ad immergersi nelle profondità dell’io per trarne un valore , un’importanza propria; presta i suoi versi che si fanno tramite di una ricerca la cui interpretazione si plasma su ciascuno di noi.
E mentre ci si altalena tra temi di grande portata umanitaria, come la morte, l’amore, la fiducia nella vita nonostante le attese tradite, Biafora ci riporta all’autentico valore dell’essere umano che, spesso, si tende a sottomettere a ragioni più effimere e superficiali. La centralità delle sue liriche, pertanto, si snoda attraverso un susseguirsi di sentimenti nutriti di malinconie e ricordi, di assenze e promesse di ritorni, di dolori e speranze. Intensa, a tal proposito, risulta la poesia Per non dimenticare,in cui si leva con forza la memoria di un passato amaro che porta il poeta a rifuggire nel ricordo della sua fanciullezza per proteggersi dal dolore per la perdita di una persona amata.
Il poeta si ripiega su se stesso e, attraverso la tecnica del monologo interiore, attraverso i suoi carmi, dialoga con se stesso e, allo stesso tempo, si rivolge a Dio. La dimensione mistica, quasi una costante espressa o latente della raccolta, innerva i componimenti facendone spesso delle vivide e commoventi confessioni intime. In Lettera aperta, ad esempio, Biafora invoca il divino, pregandolo di perdonargli debolezze, egoismi e narcisismi e di donargli quei “nobili e giustificabili sentimenti” tali da fargli tollerare una vita ordita di sofferenza.
Le liriche fluttuano dai toni aulici, come scritti in altri tempi, a quelli più discorsivi, legati a problematiche contemporanee, in un susseguirsi di rime a volte baciate a volte alterne, generando in tal modo una gradevole sinfonia di parole e di suoni. Nella pagina, inoltre, vi sono degli spazi comunicanti che si aprono attraverso stretti passaggi tematici dando corpo a dicotomie interessanti tra spirito e materia, tra istinto e ragione.
Queste poesie decantano l’Amore che il poeta incarna nel lavoro curativo del verbo poetico, foggiando così una scrittura che si offre nuda, senza artifizi retorici. Le immagini condensate nei suoi versi creano un movimento visivo che crivella ogni parola resa viva nella pagina letteraria. Tuttavia, l’amore ivi celebrato si estende al di là dell’interesse del poeta per le sue unità verbali. Tanto è vero che la sfera affettiva che Biafora mette in scena è un sentimento totalizzante che sembra quasi voler sfidare il tempo, volerlo oltrepassare per conclamare ed eternare il nucleo della propria potenza.
Sebbene il mondo del poeta risulti talvolta volontariamente poco accogliente per concedere spazio ai suoi più intimi tormenti, vi è una permanente positività nei suoi componimenti, cornice che scandaglia l’animo umano nelle sue forme relazionali basilari, ossia con se stesso, con gli uomini, con Dio e con i propri pensieri. Per far questo, Michele Biafora non sembra essersi appellato a filosofie precostituite, ma la sua musa ispiratrice è stata la vita stessa, mai filtrata da ideologie preordinate, mai infarcita di prospettive di seconda mano.

[…] leggere una recensione di La verità in te in Una confessione in versi. “La verità in te” di Michele Biafora (recensione di Maresa Schembri). Dalla stessa raccolta è estratta anche la poesia Il sorriso del girasole che potete leggere […]
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