Una settimana di letture #55
Federica Breimaier

Ieri mattina, mentre cercavo di riordinare le idee per questa rassegna, con la mente ancora appannata dall’incredulità, mi ha raggiunta dalla cucina una notizia: «I nuovi ministri e le nuove ministre hanno giurato al Quirinale davanti al presidente della Repubblica». È fatta, mi dico, non si torna più indietro; non resta che sperare che la democrazia regga allo scossone. Perché di scossone si tratterà, non v’è dubbio; prova ne è la stessa lista di ministri e ministre che oggi costituisce il nuovo governo, e tra cui spicca il nome di Eugenia Roccella, esponente di Fratelli di Italia contraria ad aborto ed eutanasia, per la quale le unioni civili porterebbero «verso la fine dell’umano», un’ultraconservatrice, insomma, che si occuperà di famiglia, natalità e pari opportunità (ma, mi chiedo, pari per chi?). Aveva dunque ragione chi non credeva alla facciata “moderata” di Giorgia Meloni, e, dopotutto, noi lo sapevamo; eppure ciò non è bastato a convincere il 36% degli elettori ad andare a votare. E ora c’è poco da stupirsi che una leader di destra nomini dei politici di destra; più difficile è capire perché i capi di sinistra non abbiamo scelto uomini e donne di sinistra!
Perché neofascisti, conservatori e xenofobi non hanno alcun problema ad andare ai talk show, a pubblicare tweet e post con idee che, ad essere gentili, possiamo dire discutibili, senza che nessuno si scandalizzi? Si parla di pensiero unico, ma dove sarebbe? I progressisti camminano in punta di piedi! Il loro dissenso lo squittiscono sommessamente. Devono fare attenzione a non essere “estremi”, sia mai! Non possono mica fare i terroristi e dire che la legge 194 va cambiata, perché è una delle più restrittive! Meglio essere prudenti, garantire che tutto resterà così, pazienza la percentuale aberrante di obiettori di coscienza! Guai ad indisporre troppo l’opinione pubblica, restia a prendere posizione; meglio stare nel famoso centro, lì sì che non si fa male nessuno. Ma, mi chiedo io, è di questo che ci dobbiamo accontentare? Gioire se le cose rimangono uguali? E il progresso dove sarebbe? Stare immobili perché, se no, l’alternativa è andare indietro? Io dico, caro Letta, cara Quartapelle, caro Fratoianni, cara Serracchiani, caro Bonaccini, cara Schlein, pensate davvero che le unioni civili siano parte della nostra democrazia? Che alla donna spetti la libertà di scelta? Che le famiglie arcobaleno vadano tutelate? Allora gridatelo! Non bisbigliate qualche frase scandalizzata, quando qualcuno viene ferito o ucciso, solo per sorridere alle telecamere. Gridatelo nelle piazze, nei comizi! Siate convinti, se siete convinti, altrimenti fate spazio a chi lo è. L’estremismo, il razzismo, gli attacchi alla comunità LGBTQ+ non si combattono con la diplomazia, con i compromessi. Diamine ci sono cose per le quali non si possono fare compromessi, cose contro cui si deve combattere testa bassa e gambe nel fango! Temete di perdere voti? Ne perderete, garantito: perderete i voti degli indecisi, di chi sostiene che i diritti civili sono importanti, sì, ma ci sono priorità diverse… e compagnia cantante. Ma alla base guadagnerete la fiducia di un elettorato che magari a votare nemmeno ci andava.
O almeno questo è quello che penso io, che di natura sono restia ai compromessi, che amo la dialettica politica, ma che conservo in me due o tre convinzioni sulle quali non transigo. Sul resto si può discutere.
Sapete, ho sempre pensato che scrivere queste rassegne, confrontarmi con voi, avesse prima di tutto una funzione catartica, e anche questa volta è stato così. Ho ancora la testa annebbiata e ho difficoltà ad accettare quanto accaduto; scrivere però mi è servito almeno a capire cosa sento, ed è già qualcosa.
Ma ora passiamo alla rassegna dei contenuti pubblicati da noi questa settimana.
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Questa settimana è uscito RICORDANDO LUZI (di Vittorio Panicara), un articolo che si sofferma su uno dei maggiori poeti del nostro Novecento, attraverso un affresco delle diverse fasi della sua poetica. Si è così parlato della sua adesione all’ermetismo, della rappresentazione del mondo rurale e della critica al neorealismo, fino ad arrivare agli anni Sessanta quando
una serie di composizioni scritte di getto, con grande rapidità e senza troppe correzioni, segnano una svolta decisiva nella poetica di Luzi: pur non rinnegando la vocazione ermetica, il poeta supera il lirismo della tradizione, ormai ritenuto inadeguato, attingendo ispirazione dalla realtà ferina della vita (seguendo in questo lo stesso Dante), e descrivendo un mondo più attuale e contemporaneo…
Nel resto della settimana abbiamo postato:
- la Citazione del giorno – 17 ottobre 2022 di Erasmo da Rotterdam
- la citazione del giorno – 18 Ottobre 2022 di Alexander McCall Smith
- la Citazione del giorno – 19 ottobre 2022 di Melville
- La frase del giorno – 21 ottobre 2022 di Milan Kundera
- la Poesia del giorno – 22 ottobre 2022 di Ugo Foscolo
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Lunedì, dopo aver terminato, sebbene un po’ in ritardo, la lettura di Sodoma e Gomorra, per il nostro 🕰 GdL Proust ritrovato, ho colto l’occasione per riflettere un po’ su ciò che per me ha significato portare avanti questo progetto. Ne è uscito un post un po’ commosso, forse (lo potete leggere cliccando sulla foto qui accanto), ma il cui primo obiettivo era quello di ringraziare tutti coloro che ci hanno seguito fin qui.
Per la nostra rubrica Vi leggo una poesia, è uscito mercoledì il reel di Maresa con la lettura di Ninfe di Mario Luzi, di cui giovedì ricorreva l’anniversario della nascita. Se volete ascoltare anche le altre letture in versi non avete che da cliccare sulla nostra pagina: Vi leggo una poesia
Sempre su questo nostro canale è uscito un post dedicato all’anniversario di Luzi in cui vi chiedevo quale fosse il vostro rapporto con questo autore del Novecento italiano.
Venerdì, ho pubblicato invece un reel per ringraziare coloro che leggendo i nostri contenuti si prendono il tempo di lasciare un like. Forse molti non ci pensano, ma dopotutto, per noi che abbiamo rinunciato ad abbonamenti o altre forme di retribuzione, è l’unico modo per conoscere la vostra opinione su quanto postiamo.
📚 GLI ARTICOLI CULTURALI
Come sempre ecco una lista di articoli che questa settimana hanno attirato la nostra attenzione:
- Il paradosso del colibrì: Il film di Francesca Archibugi racconta la nostra continua ricerca dell’immobilismo, strenua e spossante, che in scienza, però, è innaturale
- Halloween: i costumi ispirati ai libri: Il 31 ottobre si celebra una tra le feste più amate, che, girando di casa in casa, prevede scorpacciate di dolcetti e…
- Ramin Bahrami: “L’Iran è molto più di un regime criminale, i giovani hanno deciso che è tempo di cambiare”:Intervista al celebre pianista sulla sua patria, da cui è dovuto fuggire da bambino. “I giovani hanno coraggio e dignità. E voglia di cambiamento. Ma la politica occidentale tace: è bello tagliarsi i capelli, ma non basta. La mia rabbia è diventata armonia grazie a…
- Il nuovo numero di Cose spiegate bene: Si occupa di una questione importante e millenaria, sarà in libreria dal 3 novembre e da oggi lo possono ricevere le persone abbonate al Post
- Marcia e contromarcia. Il fascismo e gli intellettuali, tra opportunismo e convinzione: L’occasione del centenario della Marcia su Roma dovrebbe indurci a una riflessione seria sul fascismo, sul consenso di cui ha goduto, e del perché della sua forza. Gli intellettuali diedero al regime un consenso corale, spesso entusiastico
- Céline contro Proust
- Quando parliamo dei problemi legati alle droghe parliamo delle cose sbagliate: Lo spiega Vanessa Roghi nel libro “Eroina”, in cui racconta la storia di questa sostanza in Italia tra casi giudiziari e vicende politiche





Gli italiani che alle urne hanno votato la meloni (di cui io non faccio assolutamente parte) si dovrebbero vergognare, visto che, se alcuni diritti verranno calpestati, la colpa sarà anche un po’ loro.
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Beh, sai, a me fa meno strano che chi è conservatore voti conservatori. Non capisco piuttosto chi non è andato a votare, quello mi fa proprio rabbia 😠
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