Una settimana di letture #87
Federica Breimaier

Dati gli ultimi avvenimenti nella vicina Francia, è passata sottovoce una notizia che da bookblogger è difficile ignorare. Il 28 giugno a Stoccolma davanti a una moschea è stata bruciata, con una fetta di speck tra le pagine, una copia del Corano. A farlo è stato un iracheno, residente a Stoccolma, convinto che il libro sacro sia una minaccia per i valori democratici. Salwan Momika, questo è il nome dell’autore del gesto, non è un esaltato: a febbraio aveva fatto richiesta formale affinché la manifestazione ricevesse il nullaosta dalle autorità. La decisione (dopo parere negativo della polizia) è arrivata dal tribunale che gli ha concesso di procedere. Come prevedibile, non sono mancate le ripercussioni sul piano internazionale, non da ultimo l’allungamento delle procedure con cui la Svezia sta tentando di entrare nella Nato. A Baghdad all’ambasciata svedese c’è stata un’irruzione di protesta, poi risolta in giornata.
Al di là delle questioni diplomatiche, l’episodio ci pone davanti a una scelta di opinione non banale: per cosa propendere? Per la libertà di espressione che il tribunale ha concesso a Momika? Oppure per il diritto dei/delle fedeli mussulmanə a non sentirsi insultatə e/o attaccatə nella loro libertà di culto? Non ho una risposta, ma qualche riflessione sparsa. Come non ripensare qui al paradosso della tolleranza di Popper, per cui, per garantire la tolleranza, a volte è necessario essere intolleranti con gli intolleranti, scusate il gioco di parole. D’altro canto, mettendo anche in conto che, sì, forse vietare la manifestazione (organizzando seguendo l’iter della legge) sarebbe stato un atteggiamento antidemocratico, la vera domanda è, anche se legalmente era possibile farlo, andava fatto? Direi di no, e questo pur essendo conscia che nell’Islam, come in TUTTE le religioni, esistono “valori” che di fatto limitano la libertà dell’individuo, mortificandone la natura, spingendolo a posizioni non razionali. Eppure non è schernendo la fede altrui che si crea una realtà più laica. Nella mia vita non c’è posto per la religione, ma da femminista intersezionale accolgo con curiosità i tentativi che ci sono di conciliare la libertà e l’autodeterminazione con la scelta di essere credente.
Il pensiero di un libro dato alle fiamme mi gela, e le immagini di mercoledì scorso hanno riportato a galla un ricordo berlinese. Era il mio primo soggiorno e con una guida stavo facendo il giro del centro storico. Arrivammo all’Opernplatz (vecchia Bebelplatz), lì dove nel 1933 avvenne la Bücherverbrennung, il rogo di libri organizzato dal Terzo Reich. La piazza in questione, posta proprio davanti all’Università Humboldt, è maestosa, e immaginarvi un enorme falò colmo di libri rastrellati mi ha scossa. Ma Berlino è una città che ricorda, che porta con sé le sue ferite, e quindi sul pavimento della piazza c’è una lastra di vetro che copre, nel suolo, uno scaffale vuoto delle stesse dimensioni che occupavano i libri messi al rogo. Poco lontano è apposta una citazione di Heinrich Heine del 1817: «Là dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini» («Dort, wo man Bücher verbrennt, verbrennt man am Ende auch Menschen»).
Come detto, si tratta di ricordi, suggestioni, impressioni che però mi hanno spinto a prendere in mano un classico che volevo leggere da un po’: Fahrenheit 451.
Ma ora torniamo ai contenuti del blog usciti questa settimana…
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Per la nostra rubrica I profili Vittorio Panicara ha pubblicato un articolo dedicato a Luigi Pirandello, autore italiano Premio Nobel per la letteratura nel 1934, in occasione dell’anniversario della sua nascita: 28 giugno 1867. Potete recuperalo qui: LUIGI PIRANDELLO: L’UMORISTICO «CANTORE» DEL CAOS (di Vittorio Panicara).
Venerdì è invece uscita la mia recensione di La tecnologia è religione, ultimo saggio di Chiara Valerio, in cui si discute di come sia evoluto il nostro rapporto con la tecnologia. Lo trovate qui: Uomo e macchina in «La tecnologia è religione» di Chiara Valerio
Per la nostra rubrica Gli estratti, abbiamo invece pubblicato:
- La poesia del giorno – 26 giugno 2023 di Salvatore Quasimodo
- Materia: la magnifica illusione (incipit del giorno – 27 giugno 2023) di Guido Tonelli
- la Poesia del giorno – 29 giugno 2023 di Torquato Tasso
- la Citazione del giorno – 1 luglio 2023 di David Grossman
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da una parte concordo con te, ma stiamo anche di una religione che dove è praticata come religione di stato ha portato recentemente ad arrestare praticanti di altri religioni
allora perke non bruciare un loro libro come protesta e libertà di espressione, tanto ne esistono milioni di (infinite) copie
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ciao! Scusa riesco solo ora a trovare un momento per rispondere. Io direi che tra i tanti modi che esistono per protestare bruciare libri è davvero il peggio del peggio. La religione (qualunque sia) quando è di stato stravolge ogni democrazia. Ma qui siamo in Svezia, e l’unico risultato è stato quello di offendere i mussulmani che pacificamente ci vivono. Io credo in un Islam illuminato e parzialmente laico, ma non è questo il modo per arrivarci, secondo me.
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