Pavia, le sue librerie e qualche riflessione

Una settimana di letture #91
Federica Breimaier

Sono appena tornata da un soggiorno pavese che, come sa chi ci segue anche su Instagram, mi ha arricchita molto sia dal punto di vista scientifico (si trattava di finalizzare almeno in parte le analisi per la mia tesi di dottorato), che umano. Ho trovato un ambiente molto accogliente, con una squadra di ricercatori pronti a darmi una mano, curiosə di ciò che faccio, e nessuna delle due cose era scontata, anzi.

Allo IUSS con la squadra della prof. Valentina Bambini

L’ultimo giorno di viaggio sono riuscita a dare un’occhiata alle librerie della città. Impossibile non menzionare La Feltrinelli di Via XX Settembre 21, sicuramente quella con l’offerta più vasta in termini proprio di scaffali, ma anche di generi e autori/-trici da tutto il mondo. Notevolissima è poi la location: il negozio si trova infatti in quella che una volta era una vecchia chiesa (Oratorio della Confraternita di San Rocco) e infatti sfoggia degli affreschi nella zona che una volta era dell’abside, e che oggi ospita invece la saggistica.

Un po’ più deludente è la Libreria Giunti al Punto di C.so Cavour 36, o almeno per quelli che sono i miei interessi di lettura. La superficie è minore, il che non sarebbe un problema, se non fosse che questa è occupata per la maggior parte da narrativa contemporanea, o libri per ragazzi/youngadults. Classici ce ne sono, ma è un genere sacrificato ed è un peccato. Anche la saggistica si concentra per lo più su biografie o politica. Se siete interessatə alla narrativa (non solo italiana), allora è invece il posto che fa per voi.

Per ragioni di tempo sono riuscita solo ad affacciarmi di corsa alla Libreria Vittoria, che però mi ha fatto subito un’ottima impressione, perché più accogliente e a misura di cliente. È una libreria indipendente piuttosto grande, con generi diversi, dalla narrativa moderna a libri diciamo un po’ più vintage. La vera chicca sono però gli espositori esterni dove è facile e piacevole perdersi tra le ultime offerte, capaci di soddisfare un po’ tutti i gusti.

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Mi ha stupito, ma forse con i tempi che corrono non troppo, la quasi totale assenza (parlo per le prime due, per la terza non lo so) di una sezione dedicata ai diritti civili, al netto delle centinaia di copie su Berlusconi, Putin, Principe Harry. C’era in verità alla Feltrinelli una piccola sezione di un ripiano di uno scaffale nascosto in un angolino, con due o tre titoli (tra cui Cose spiegate bene. Questioni di un certo genere) e sapete come era stata etichettata? “Omossessuale”, ridicolo: non dico altro. Diversa è la storia della libreria Feltrinelli alla stazione centrale di Milano dove invece diversi scaffali sfoggiano saggistica aggiornata sul tema identità di genere.

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Prima di occuparci dei contenuti pubblicati nel corso della settimana, ci tenevo però a dirvi che, come vi sarete accorti, le introduzioni alle rassegne in quest’ultimo periodo sono un po’ meno legate all’attualità cutlurale/politca e più alla mia esperienza personale. La ragione è che, data ormai l’imminente consegna della tesi di dottorato, è poco il tempo che posso dedicare a informarmi e a creare contenuti per il blog. Per un po’ avevo pensato anche di prendermi un periodo di pausa sia con gli articoli che con la rassegna, ma vi confesso che rinunciare a questo appuntamento in maniera definitiva mi pesava. Così ho trovato questo compromesso almeno fino alla fine di dicembre, che mi consenta di non abbandonare del tutto Giornate di lettura.

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La recensione uscita martedì riguarda il rispetto verso coloro che soffrono di un disagio della mente, presentando un libro che parla della condizione della donna nei manicomi piemontesi tra fine 800 e la metà del 900. Si tratta, è evidente, di un tema scottante ma raramente discusso: l’articolo vuole contribuire a squarciare il pesante e oltraggioso manto dell’ indifferenza e dell’inconsapevolezza. Lo potete recuperare qui: «Donne e follia in Piemonte» di Bruna Bertolo

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