Briciola di filosofia #19
Trovate le puntate precedenti, sulla pagina dedicata a questa rubrica: Briciole di filosofia

Dalle poche notizie che abbiamo sulla sua vita sembra che Eraclito, detto o skoteinos (l’oscuro) per il suo stile lampeggiante e aforistico, fosse un uomo orgoglioso e solitario, che, avverso a processi di democratizzazione nella città di Efeso, si ritirò in sdegnosa solitudine nel tempio dedicato ad Artemide. Di lui ci restano un centinaio di frammenti dell’opera Sulla natura, grazie ai quali, all’opposto di Parmenide che è stato il filosofo dell’essere, Eraclito è passato nella coscienza comune come il filosofo del divenire, per il quale tutto scorre e tutto diviene, tanto che
non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume
Vero è che quella sentenza è diventata la sua carta di identità, tanto che non c’è studente che non abbia riflettuto sull’apparente assurdità che quando esce dal fiume non può rientrarvi perché l’acqua in cui si immerse se n’è andata e ne è sopraggiunta una nuova. Ma ancora più si sorprende nell’udire che:
La stessa cosa sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e il vecchio…
Immortali mortali, mortali immortali, viventi della loro morte, ma morenti della loro vita…
E c’è davvero da sbigottire, se non si intende che ciò che a Eraclito preme non è il carattere transeunte di ogni fenomeno della natura, ma la legge che sottintende a questo processo, che lungi dall’avvenire a casaccio è generato dalla dialettica dei contrari (caldo-freddo, secco-umido, ecc.). Ma diversamente da quanto riteneva Anassimandro, questo contrasto non significa però prevaricazione e ingiustizia, non genera disarmonia e non incorre pertanto nella sanzione dell’ubris, per la buona ragione che è l’essenza stessa del mondo. La vita infatti è tensione, e il conflitto (Polemos), in barba a quanto lasciano credere i fatti presi isolatamente, più che generare disarmonia è sostrato di profonda armonia. Se questa visione complementare si tiene presente, si può allora intendere che
la stessa è la via che va all’insù e la via che va all’ingiù
Una scala fatta per salire è in effetti la medesima che serve per scendere (non c’erano le scale mobili allora…); e solo chi si ferma a guardare da un’unica postazione non capisce la complementarità dei due sensi. Per riuscirci, occorre tener presente che Eraclito mette l’accento su due livelli di conoscenza: quello che coglie la realtà nel suo apparire, come contesa, movimento, lotta e opposizione, e quello che risale al Logos, la legge unica e immutabile che la sottintende. Già sappiamo quanto questo Logos sia un termine complesso, dai diversi significati: e può essere inteso come razionalità che indaga, come discorso contrapposto al mythos dei poeti, e come legge suprema che governa il mondo. È in questa ultima accezione che lo intende Eraclito, come intimo motore dell’universo. Anche se gli uomini sono spesso incapaci di scorgere l’universalità della legge e l’armonia invisibile del mondo:
La maggior parte degli uomini vivono come se avessero una propria particolare saggezza… Invece unico e comune è il mondo per coloro che sono desti, mentre nel sonno ciascuno si rinchiude in un suo proprio mondo
Che è poi quanto accade a chi si ferma all’esperienza comune, e perciò giudica in maniera superficiale e affrettata il divenire, senza intendere la sua legge segreta. Invece Eraclito ribadisce che i contrari hanno una natura complementare, e sono ciò che sono rispetto al loro opposto perché non mutano a caso, ma secondo un principio che regola la trasformazione. La lotta non è perciò un’unità estranea alla complessità del movimento, ma una legge che lo amministra dall’interno. Uno e molteplice, essere e divenire, non si oppongono ma si compenetrano. Noi non potremmo comprendere il giorno senza la notte, l’alto senza il basso, la guerra senza la pace e la vita senza la morte, proprio perché questi contrari non sono isolati, ma si delimitano e definiscono reciprocamente, in un continuo transito dall’uno all’altro. E anche se per vita/morte la cosa non è pacifica, a livello concettuale non sapremmo di essere in vita se non sapessimo che essa confina con la morte. Ma ciò comprende solo chi non si ferma a considerare questo o quell’altro aspetto di apparente discordia, ma sa sollevarsi alla visione complessiva dell’armonia “contrastante come quella dell’arco e della lira”.
Si capisce allora perché, come rappresentazione simbolica, Eraclito identifichi il Logos col fuoco: non per un ritorno al principio materiale dei naturalisti; ma perché il fuoco, con la sua perenne mobilità al tempo stesso creatrice e distruttrice, estremamente mutevole e mobile, dà la migliore rappresentazione visiva dell’armonia. Certo, tutto ciò non è facile da esprimere, perché il linguaggio utilizzato per l’esperienza non coglie la trama nascosta del reale, e non bastano le nostre limitate capacità di comprensione e espressione, visto che gli uomini, inconsapevoli della propria mediocrità e ignoranza, come “i porci prendono piacere dal fango piuttosto che dall’acqua pura” (e si comprendeche Nietzsche, nella sua opera, abbia citato quasi tutti i frammenti di Eraclito…). L’uomo nobile (magari il… superuomo) senza demordere, deve però continuare a indagare sé stesso, e insistere sul lavoro di ricerca, sapendo che la conoscenza non ha fine e non si può giungere mai a una verità definitiva:
Per quanto tu vada, non potrai mai scoprire i confini dell’anima, neppure se percorrerai tutte le strade
Possibile è invece cogliere l’immediatezza in una specie di rivelazione istantanea, che, come l’intuizione poetica o l’ebbrezza dell’innamoramento, all’improvviso penetra oltre l’apparenza e illumina la realtà più profonda. Trattandosi però di un’esperienza non consueta, resta una rivelazione fulminea e suggestiva, come l’immagine con cui ci piace chiudere:
Il tempo è un fanciullo che gioca spostando i dadi

[…] Martedì scorso, nel cuore della settimana, è uscita la nuova puntata di Briciole di Filosofia, la rubrica bisettimanale curata da Gerardo Passannante. Questa volta, Gerardo ci ha condotti in un viaggio nel mondo del pensiero di Eraclito, l’antico filosofo greco che ha sfidato le acque mutevoli dell’esistenza con la sua prospettiva unica sulla natura del cambiamento. Gerardo ci ha raccontato la storia di Eraclito e ci ha offerto uno sguardo approfondito sulle sue idee rivoluzionarie. Non perdete l’opportunità di immergervi in questo viaggio filosofico, recuperando qui l’articolo: Eraclito: il filosofo del divenire […]
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[…] Citazione del giorno – 26 febbraio 2024 di Eraclito (protagonista di una delle nostre briciole di filosofia: Eraclito: il filosofo del divenire) […]
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[…] Citazione del giorno – 26 febbraio 2024 di Eraclito (protagonista di una delle nostre briciole di filosofia: Eraclito: il filosofo del divenire) […]
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