
«Fin dalla prima infanzia, il rapporto con Erika era stato esclusivo. Lei era del 1905, un hanno esatto più di lui. Fra i due il legame era tale da farli sentire gemelli. Si comportavano come gemelli, perché tali volevano essere. Parlavano un linguaggio fatto di parole inventate, di gesti allusivi, che doveva escludere il resto della famiglia: ‘inaccessibile, olimpico genitore – già venerato per via dei Buddenbrook che a ventisei anni gli aveva dato la celebrità – ma anche la madre Katia e i quattro fratelli minori (Golo, Elisabeth, Michael e Monika). Il legame era tale da spingersi, a partire dagli anni dell’adolescenza e fino alla piena maturità, in un complesso gioco di reciproco rovesciamento identitario: Erika si comportava come un maschiaccio, mentre Klaus assumeva su di sé le virtù femminili della sensibilità e della fragilità».
Mario Fortunato, Le voci di Berlino

ma leto ma la sinossi è molti interessante, lo leggerò.
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Io lo lessi mentre ero a Berlino e mi aiutò davvero a capire meglio la città e la sua storia!
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[…] Intrecci di identità: il legame esclusivo tra Klaus ed Erika Mann di Mario Fortunato […]
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