La fotografia come strumento di pace o vendetta: una riflessione di Susan Sontag

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In realtà, si possono fare molti usi delle innumerevoli opportunità che la vita moderna fornisce per guardare – a distanza, attraverso il mezzo fotografico – i dolore degli altri. Le fotografie di un’atrocità possono suscitare reazioni opposte. Appelli per la pace. Proclami di vendetta. O semplicemente la vaga consapevolezza, continuamente alimentata da informazioni fotografiche, che accadono cose terribili. Chi può dimenticare le tre fotografie a colori scattate da Tyler Hicks che il New York Times ha pubblicato il 13 novembre 2001 in testa alla prima pagina della sezione quotidiana dedicata all’ultima guerra dell’America, A Nation Challenged [“Una nazione presa di mira”]? Il trittico raffigurava il destino di un soldato talebano in uniforme, trovato ferito in un fosso da alcuni soldati dell’Alleanza del Nord che avanzavano verso Kabul.

Susan Sontag, Davanti al dolore degli altri

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