Libri e televisione: cosa sazia davvero la nostra sete di finzione?

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Eppure, non è successo niente di straordinario. Il merito del professore è quasi nullo in tutta la vicenda. Il fatto è che il piacere di leggere era vicinissimo, imprigionato in quelle soffitte adolescenti da una paura segreta: la paura (molto molto antica) di non capire.
Avevano semplicemente dimenticato che cos’era un libro, cos’ aveva da offrire. Avevano dimenticato, per esempio, che un romanzo racconta prima di tutto una storia. Non sapevano che un romanzo deve essere letto come un romanzo: placare prima di tutto la nostra sete di racconto.
Per soddisfare questa voglia si erano affidati da tempo al piccolo schermo, che sbrigava il suo lavoro a catena, infilando cartoni animati, telefilm, telenovele e film gialli in una collana senza fine di stereotipi intercambiabili: la nostra dose quotidiana di finzione. La testa si riempie come si riempie la pancia, ci si sente sazi, ma il corpo non assimila niente. Digestione immediata. Dopo, ci si sente soli come prima.

Daniel Pennac, Come un romanzo

Trovate a recensione qui: I diritti del lettore: ripensare la lettura con Daniel Pennac

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