
Durante i primi anni del ventesimo secolo l’influenza delle idee razziste fu più forte che mai. Il clima intellettuale – anche nei circuiti progressisti – sembrava fatalmente infetto da nozioni irrazionali sulla superiorità della razza anglosassone. La promozione sempre più amplificata della propaganda razzista era accompagnata dalla diffusione parallela di idee sull’inferiorità delle donne. Mentre le persone di colore, negli Stati Uniti e all’estero, erano dipinte come barbari incompetenti, le donne bianche erano rigorosamente rappresentate come figure materne, la cui fondamentale ragion d’essere era allevare i maschi della loro specie.
Angela Davis, Donne, razza e classe

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