Gialli d’autunno: Agatha Christie e Joël Dicker

Una settimana di letture #137

4–6 minuti

L’autunno, con la sua atmosfera avvolgente, influenza non solo l’umore, ma anche le scelte di lettura. È quel periodo dell’anno in cui mi capita di esplorare generi letterari diversi, come romanzi gotici, gialli e thriller, i cui toni più cupi, ritirati e intimi si sposano perfettamente con la stagione. Se la penna di chi li scrive è consapevole, queste opere, in una sera ventosa di settembre con la pioggia che batte alle finestre, possono scavare nel lato oscuro della natura umana, quello che ci spaventa e che spesso attribuiamo a influenze esterne, ma che in realtà ci appartiene. Sono romanzi che appartengono, in parte, alla narrativa di evasione, ma vantano comunque classici fondativi.

Impossibile non menzionare Agatha Christie, di cui ho appena terminato la lettura di Poirot a Styles Court. Si tratta del primo romanzo mai pubblicato dall’autrice e anche la prima opera in cui appare Poirot, il celebre detective belga introdotto al caso dall’amico Hastings. Dall’opera emergono tutte le premesse del successo di Christie, mostrando le ragioni per cui è diventata un classico della letteratura gialla e della detective story. Tuttavia, avendo letto anche opere successive come Il caso del dolce di Natale, Poirot e la strage degli innocenti, e Il natale di Poirot posso dire che la penna di Christie si sarebbe evoluta ulteriormente, rendendo più complessa la psicologia dei personaggi e offrendo a lettori e lettrici strategie letterarie più originali.

Insomma Poirot a Styles Court è un’opera prima e, come tale, non può essere perfetta o rappresentare il punto d’arrivo della sua produzione letteraria. Al contrario, parte del suo fascino risiede proprio nel mostrarci l’inizio di un percorso che Christie ha sviluppato seguendo atmosfere e temi simili, ma esplorando direzioni nuove, con situazioni via via più complesse per evidenziare dinamiche sociali e umane varie.

Un discorso opposto mi occorre fare per la lettura che ho attualmente tra le mani: Animale selvaggio di Joël Dicker, autore svizzero reso celebre soprattutto per La verità sul caso di Henry Quebert e di cui ho letto sia Il libro dei Baltimore sia Il caso di Alaska Sanders, dopo aver visto la serie TV tratta dal primo dei tre. Entrambi gli ultimi due libri sono infatti legati al primo da un filo rosso, dato che a portare avanti l’investigazione era lo stesso “detective”, lo scrittore Marcus Goldman conosciuto come amico di Harry Quebert.

Mi piaceva l’idea della serializzazione, di poter seguire lo stesso personaggio oltre la singola storia. Ed è qui che risiede la ragione del poco trasporto con cui sto leggendo Animale selvaggio, ambientato a Ginevra. Questo libro non è in alcun modo legato alla storia di Marcus Goldman, ma si concentra su una trama autoconclusiva. Purtroppo, devo ammettere che trovo la narrazione un po’ banale, dato che riprende tematiche già ampiamente esplorate da Dicker: lo svelamento dell’ipocrisia che tiene insieme i rapporti umani e la decostruzione delle famiglie borghesi, costantemente divorate da segreti, bugie e vite passate di criminalità. Insomma, faccio fatica a terminare il libro proprio perché vedo le stesse scene e le stesse problematiche. Paradossalmente, a mancare è anche l’immediatezza di azione a cui Dicker ci aveva abituatə. Del resto non sono credo la sola a pensarla così dato che, nella bolla social dedicata a noi amanti dei libri, ho notato un entusiasmo minore per il libro. Probabilmente, a mancare è l’originalità della trama, che ruota ancora una volta sugli stessi cardini; una criticità non da poco per un autore che punta tutto sulla suspense e sul ritmo narrativo, creando opere che sembrano sceneggiature pronte per la trasposizione televisiva.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Avete avuto tra le mani questo romanzo? Vi ha appassionato? Apprezzate la scrittura di Joël Dicker? In fondo a questo articolo troverete la sezione commenti, dove potete condividere le vostre opinioni sulla questione.

Prima di passare alla rassegna dei contenuti pubblicati questa settimana, un piccolo avviso: ieri si è tenuta la celebrazione del Premio letterario Camaiore, uno dei più importanti premi italiani dedicati alla poesia. Chi ha vinto? Quali sono le modalità di scelta dell’opera vincitrice? Chi c’era nella cinquina dei finalisti? Di questo e altro parleremo domani alle 21 sul nostro profilo Instagram@giornate_di_lettura. Faremo una diretta in cui Gerardo Passannante e io dialogheremo con Federico Migliorati, membro della giuria tecnica del premio Camaiore. Sveleremo dettagli sul vincitore o la vincitrice e sulla cinquina di finalisti, oltre a ciò che c’è dietro la premiazione stessa. Vi aspettiamo!

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