«Mostri»: le pulsioni di scrittori e scrittrici

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La verità è che le persone covano emozioni orribili, inopportune, perverse di ogni genere. Un esempio: ogni volta che prendo un traghetto provo lo strano impulso di gettare in acqua le chiavi della mia auto. A volte addirittura di gettarmi in acqua. Ma non agisco in base a questi impulsi – così come, secondo tutte le sue biografie, Nabokov non agì mai in base a certi impulsi che forse covava o forse no.
Tuttavia, solo mettendosi nei panni di una persona capace di quegli impulsi poté scrivere Lolita. Ogni bravo artista lo sa: le opere migliori sono il frutto del saccheggio del proprio io. Entri, dai un’occhiata in giro, prendi qualcosa che potrebbe mettere gli altri a disagio e lo scrivi. Anche se è terribile, anche se gli altri non vogliono sentirlo, anche se fa sembrare te, l’artista, un pazzo furioso.

Perché il grande scrittore confida nel fatto che il sentimento più orribile sia tutt’altro che unico.

Claire Dederer, Mostri: distinguere o non distinguere le vite dalle opere: il tormento dei fan (incipit)

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