Perché l’antisemitismo di Woolf è stato dimenticato? […]
Il personaggio Woolf ha ampiamente sostituito la scrittrice Woolf.
In lei e nel gruppo di Bloomsbury vediamo degli ammalianti alfieri del progressismo. Nella prefazione a Casa Carlyle, Doris Lessing scrive: «Vorremmo tutti che i nostri idoli e i nostri modelli fossero perfetti; è un peccato che lei fosse una tale vipera, una tale snob ecc. ecc. – ma l’ammirazione deve essere tale sia nel bene che nel male. Credo che la Woolf migliore sia una grandissima artista, e in parte proprio perché la scrittrice era imbevuta di questo stesso spirito per cui “agognava la verità” – allo stesso modo dei suoi amici, anzi, di tutta la bohème».
E questa è la versione di Woolf che ha prevalso: la bohémienne che agognava la verità. La scusiamo per via della sua epoca, anche se nel 1939 E.M. Forster, che a Bloomsbury occupava una posizione più marginale, scrisse un articolo, Jew-Consciousness («Coscienza ebraica»), dalla chiusa assai significativa: «Oggi per me l’antisemiti-smo è la cosa più sconvolgente di tutte». Quanto è importante, quanto è toccante quella breve parola, «oggi», una manina che indica l’Europa del 1939.
Claire Dederer, Mostri: distinguere o non distinguere le vite dalle opere: il tormento dei fan (incipit)


[…] Virginia Woolf, gli idoli, e l’antisemitismo di Claire Dederer […]
"Mi piace""Mi piace"